Oltre 894.000 italiani truffati o vittime di tentativi di frode mentre cercavano un prestito personale. Un danno medio da 740 euro a testa, ma che, nel 15,4% dei casi, supera i 900 euro, portando il conto complessivo a una cifra da capogiro: più di 630 milioni di euro. A rivelarlo è un’indagine condotta per Facile.it dall’istituto di ricerca mUp Research, che fotografa un fenomeno in preoccupante espansione.
I canali preferiti dai truffatori
A guidare la classifica dei mezzi più utilizzati dai truffatori ci sono i finti call center, responsabili del 49% dei raggiri, seguiti da email fraudolente (36%) e siti web falsificati (28%). Non mancano, però, metodi ancora più insidiosi e personali: SMS e messaggi WhatsApp (13%) e persino il porta a porta (10%) rimangono strumenti efficaci nelle mani dei criminali.
Il silenzio delle vittime: oltre la truffa, la vergogna
Ma il dato forse più allarmante è che oltre la metà delle vittime (56,4%) non denuncia l’accaduto. Le motivazioni? In primis la sensazione di essere stati ingenui (35,3%), seguita dal desiderio di non parlarne con amici o familiari (29,4%). Una doppia ferita: economica e psicologica.
Come proteggersi: 5 consigli per non cadere nella rete
Per aiutare i consumatori a difendersi, Facile.it ha stilato un vademecum in cinque punti, pensato per evitare brutte sorprese quando si è alla ricerca di un prestito online:
1. Verifica chi hai davanti
Non fidarti del primo contatto. Prima di procedere, accertati che l’ente o il mediatore a cui ti stai rivolgendo sia autorizzato dalla Banca d’Italia e regolarmente iscritto all’OAM (Organismo degli Agenti e dei Mediatori). L’elenco ufficiale è disponibile online e consultarlo può salvarti da molti guai: elenchi-registri OAM. Tutti i mediatori creditizi sono obbligati, per l’esercizio dell’attività, ad essere iscritti negli elenchi di tale organismo.
2. Mai pagare in anticipo
Se ti chiedono commissioni o spese prima dell’erogazione del prestito, è un segnale inequivocabile di truffa. Nessuna banca seria chiede soldi prima ancora di concedere il finanziamento. In quel caso, gira al largo, perché in questo caso, il rischio consiste nella possibilità che il prestatore, una volta ottenute le commissioni, faccia perdere le sue tracce; meglio rivolgersi ad altri operatori.
3. Attenzione alla documentazione richiesta
Una società seria chiede documenti completi (buste paga, CUD, 730…) per valutare la tua richiesta. Sappi che senza tutta la documentazione necessaria, l’unico rischio è quello di incorrere in una truffa. Sebbene le tempistiche di erogazione siano un elemento spesso determinante nella scelta della società di credito, è importante non farsi trarre in inganno da tempi brevi e modalità superficiali. Se ti chiedono solo dati personali e IBAN, potresti trovarti di fronte a un furto di identità. Con quei dati, un malintenzionato potrebbe richiedere un prestito a tuo nome, lasciandoti il debito… e nessun prestito.
4. Occhio al sito web
Se scegli la via digitale, assicurati che il sito sia affidabile:
• Controllare che la banca abbia un sito web funzionante e aggiornato;
• Verificare che il sito web sul quale si sta navigando sia un sito sicuro: se l’indirizzo del sito web inizia con “https://” la trasmissione dei dati non può essere intercettata;
• Controllare l’esistenza di una sede fisica in Italia, di una regolare Partita IVA e di un indirizzo di Posta Elettronica Certificata (PEC).
Anche un dettaglio può fare la differenza tra una società vera e una truffa ben camuffata.
5. Pretendi il Modulo Secci
Prima di firmare qualsiasi contratto, richiedi e leggi attentamente il Modulo Secci: un documento obbligatorio che riassume in modo trasparente tutte le condizioni del prestito. Solo così puoi confrontare offerte reali e non cadere in pubblicità ingannevoli.
La prudenza è l’unica vera assicurazione contro le trappole del credito facile. Perché, quando si parla di soldi, la fiducia va sempre verificata.
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