Mister Tesla mette la retromarcia o quantomeno rallenta la corsa. Business is business, tutto il resto (compresa la politica) è corollario. A pochi mesi dal ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, Elon Musk ricalibra le priorità e circoscrive il proprio coinvolgimento nella sfera politica a stelle e strisce. “Penso di aver fatto abbastanza“, ha affermato il multimilionario imprenditore parlando nelle scorse ore al Qatar Economic Forum. E ancora: “Se vedrò una ragione per fare altre spese politiche in futuro, le farò. Ma, al momento, non ne vedo il motivo“.
Parole che non necessitano di traduzione, per quanto esplicite. “In termini di spese politiche, farò molto meno in futuro“, ha dichiarato infatti Musk, che secondo alcune stime avrebbe sborsato poco meno di 300 milioni di dollari per sostenere la recente impresa elettorale di Donald Trump. Nello specifico, il fondatore di Tesla e Space X avrebbe contribuito per 238,5 milioni al fondo America Pac, uno dei maggiori committenti a sostegno del tycoon repubblicano. E prima del voto presidenziale, nelle settimane decisive per definire l’esito della consultazione, avrebbe versato diverse tranche da 25 milioni. Al computo delle spese politiche vanno aggiunti poi 40,5 milioni destinati alla campagna elettorale nei sette swing states.
Dopo aver così sostenuto l’epopea trumpiana ed essere entrato nell’amministrazione guidata da Donald, il paperone di origini sudamericane ha subito un contraccolpo economico negativo sulle proprie attività imprenditoriali. Secondo alcune stime, Musk avrebbe infatti accusato una diminuzione del suo patrimonio netto di circa 121 miliardi di dollari, scendendo da un picco di 464 miliardi a marzo 2025 a circa 342 miliardi di dollari. Allo stesso modo, le vendite di Tesla hanno subito un calo significativo in Europa e in Cina. In Germania, gli ordini sono diminuiti del 70%, mentre le spedizioni in Cina sono scese del 49%, il livello più basso da luglio 2022 . L’utile netto di Tesla è sceso del 71% nel primo trimestre dell’anno, a 409 milioni di dollari.
E non è un mistero che il patron di Space X abbia mal digerito le politiche commerciali di Trump, con l’annuncio di dazi generalizzati destinati a mettere in difficoltà interi comparti produttivi, limitando l’innovazione e la competitività. “Da maggio lavorerò meno per Trump, solo uno o due giorni la settimana“, aveva annunciato il mese scorso l’imprenditore, manifestando così l’intenzione di allentare progressivamente le redini del proprio impegno politico. Parole alle quali si sono aggiunte alcune recentissime affermazioni volte a rassicurare gli investitori di Tesla: “Siamo tornati a superare i mille miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato, quindi è chiaro che il mercato è consapevole della situazione, quindi la situazione si è già invertita“. E in effetti nell’ultimo mese il titolo azionario di Tesla è cresciuto nel 44%.
Di seguito, le già citate dichiarazioni sulle spese politiche “bloccate” per il futuro. Tutto chiaro, no?
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