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Promozione Fitch, l’Italia si prepari a una corte serrata dei fondi stranieri

L’ad dello studio legale internazionale Hogan Lovells: «Premiata la stabilità politica che attira gli investitori». Nel nostro Paese fatturato del gruppo su del 20% in un anno: in arrivo assunzioni
A sinistra Patrizio Messina e Miguel Zaldivar, rispettivamente managing partner per l’Italia e ceo di Hogan Lovells
A sinistra Patrizio Messina e Miguel Zaldivar, rispettivamente managing partner per l’Italia e ceo di Hogan Lovells

La promozione dell’agenzia di rating americana Fitch certifica il percorso fin qui fatto dall’Italia. Da tempo, infatti, i mercati hanno riscoperto Roma, che sotto il governo di Giorgia Meloni ha assunto una postura prudente sui conti in discontinuità con una tradizione poco felice per il Paese. Non a caso, quindi, gli investitori guardano con crescente interesse a un Paese stabile politicamente, che vede convergere su di sé diversi elementi positivi a partire dai fondi del Pnrr. «Abbiamo rilevato un crescente riconoscimento dell’Italia come mercato maturo sul quale investire», ha detto a Moneta il ceo di Hogan Lovells, Miguel Zaldivar. «Il Paese sta diventando sempre più centrale nelle strategie di investimento di fondi di private equity e grandi multinazionali, grazie a un mix di riforme strutturali, stabilità politica, qualità e affidabilità delle imprese italiane, politiche fiscali attrattive e opportunità settoriali uniche. L’Italia sta beneficiando di un cambio di percezione da parte degli investitori americani e globali, recentemente riconosciuto anche da agenzie di rating come Moody’s e Standard & Poor’s. Ciò rende il Paese molto più attrattivo per chi vuole fare operazioni strutturate e di medio-lungo periodo». Non a caso è aumentata la presenza dei fondi di private equity americani non solo per le piccole e medie imprese, ma anche per le grandi: basti pensare all’investimento del fondo americano Kkr sulla rete di Tim nel 2024.

Lo studio legale Hogan Lovells, che opera in 35 Paesi con 2.700 avvocati e nel 2024 ha avuto un fatturato di circa tre miliardi di dollari, crede da tempo nelle potenzialità italiane: «Siamo in Italia da 25 anni e negli ultimi 18 mesi abbiamo deciso di investire ancora di più sul Paese comprendendo queste opportunità prima di altri e attuando una strategia che ha trovato in Patrizio Messina, managing partner per l’Italia, il terminale perfetto». Hogan Lovells è basato a Washington e Londra con un terzo centro fondamentale costituito dalle sedi tedesche. Esiste poi, per il Sud Europa, una regione integrata fra Francia, Italia e Spagna che ora è pronta per sfruttare i cambiamenti di scenario.

«Un elemento che ha giocato un ruolo fondamentale è la stabilità politica del governo attuale», rimarca Zaldivar sempre riguardo all’Italia. «Non è una questione ideologica, ma per gli investitori conta sapere che in Italia ci sia un esecutivo con una visione chiara e coerente. Questo favorisce fiducia, flussi di capitale e crescita economica».

Gli esperti di Hogan Lovells non vedono con particolare preoccupazione nemmeno i dazi al 15% stabiliti da Donald Trump sulle importazioni europee. «Noi riteniamo che sia fondamentale avere la strategia giusta, perché il mercato è più segmentato. Però il livello di partnership e di interdipendenza tra Italia e Usa, che ha relazioni storico-culturali, politiche e legate alla difesa, a nostro avviso non è in discussione». Sono tanti i settori dove lo scambio è ricco: dalla tecnologia con le big tech americane molto presenti in Italia, a farmaceutica e biologia dove Roma è un riferimento. Passando per energia, aerospazio e difesa dove in quest’ultimi comparti big come Fincantieri e Leonardo hanno collaborazioni strette col governo Usa. Senza contare settori storici del mercato italiano come moda, agroalimentare e l’industria dei servizi finanziari.

«Il nostro International Management Committee, composto da professionisti provenienti da diverse sedi della nostra rete globale, ha quindi appoggiato con convinzione la decisione di investire sull’Italia quando altri studi legali internazionali guardavano altrove». E del resto, Hogan Lovells ha una struttura che può fare da ponte tra le due sponde dell’Atlantico: da un lato, infatti, lo studio ha dimostrato di saper gestire operazioni complesse assistendo, per esempio, il governo ucraino nella negoziazione con l’amministrazione Trump per garantire i diritti minerari di Kiev e attirare investimenti Usa nel Paese; dall’altra la struttura italiana è sempre più importante.

Dal 2000, gli uffici di Milano e Roma sono cresciuti e oggi contano oltre 170 professionisti, di cui 32 partner e un fatturato di quasi 60 milioni (+20% sul 2023). «Con gli ultimi ingressi (oltre 50 professionisti in 18 mesi, di cui 14 partner), abbiamo creato uno dei più grandi team Corporate & Finance in termini di dimensioni e offerta, se confrontato con altri studi internazionali operanti in Italia», spiega il managing partner per l’Italia Patrizio Messina a Moneta. «La nostra strategia per il futuro è incentrata su una crescita sostenibile che non guarda solo al fatturato. Abbiamo l’obiettivo di arrivare a 200 professionisti». L’Italia, che vedrà arrivare dai fondi del Pnrr 194,4 miliardi di investimenti complessivi, ha introdotto 66 riforme per 150 linee di investimento che stanno cambiando il volto del Paese in un processo di trasformazione complesso che richiede consulenti di prim’ordine.

«La nostra profonda conoscenza dei settori regolamentati dove la domanda è in crescita offre ai nostri clienti una prospettiva unica e un vantaggio competitivo che ci ha resi leader in alcuni settori tra cui scienze della vita e sanità, servizi finanziari, telecomunicazioni, media, tecnologia, energia e mobilità. Comparti in espansione dove continuiamo a rafforzare e ampliare relazioni strategiche, creando valore concreto e duraturo».