Il nemico non è l’età, ma l’invecchiamento. C’è chi prova a sintetizzare così: «To look better, non vuol dire per forza to look younger». La chirurgia plastica, più o meno invasiva è ormai un dettaglio, forse nemmeno il più importante di una nuova frontiera di offerta di servizi (oltre che di prodotti) che si raccolgono sotto l’etichetta di “wellness medical spa”.
Il benessere fisico e psicologico come obiettivo è ormai trasversale, a partire dai luoghi di lavoro. Ma c’è molto di più, se solo i prodotti di bellezza anti-ageing lo scorso anno hanno fatto un fatturato globale di 70 miliardi di dollari e si presume si arrivi a 140 miliardi nel 2033. Ma in questo stesso lasso di tempo (2024-2033) è destinata a triplicare la spesa per le medical spa (da 19 a 55 miliardi di dollari). Ma bisogna definire il perimetro, come commenta Lorenzo Giannuzzi, pioniere dell’hotellerie di lusso in Italia e non solo: «Il settore wellness, e in particolare le medical spa, rappresenta un universo economico estremamente articolato e in rapida espansione. Risulta pertanto difficile ottenere una cifra sul volume d’affari complessivo. Tuttavia, secondo lo studio Global Wellness Economy Monitor 2024, pubblicato dal Global Wellness Institute, l’economia globale del wellness ha raggiunto il 6,03% del Pil mondiale, con proiezioni che indicano una crescita solida e costante nei prossimi anni».
Insomma, 6.600 miliardi di dollari nel 2024. Per macroaree in testa il Nord America (con oltre 2.700 miliardi), seguito dall’area Asia-Pacifico (1.800 miliardi) e l’Europa (1.300 miliardi). È la somma che fa il totale – come avrebbe detto Totò – quindi in questi totali ci sta tutto quello che è riconducibile al tema “wellness e medical spa”: prodotti, servizi medici e chirurgici, ma anche turistici, trasporti, assistenza, consulenza, alimentazione…
È certo che la sfida dell’anti-ageing è lanciata, con un po’ di ritardo, rispetto all’intuizione di Oscar Wilde (e del suo Dorian Gray), ma con decisione e determinazione crescente. «L’obiettivo di tutti è ammalarsi il più tardi possibile; si può perseguire questa legittima ambizione acquisendo uno stile di vita capace di attraversare il tempo nelle migliori condizioni di salute» commenta Umberto Carraro, medico e imprenditore turistico termale. Parallelamente alla via del “ritocchino” chirurgico, più o meno invasivo, si è aperta e si consolida la strada della prevenzione attiva, che parte da una indagine genetica.
«Un check-up completo che comprende anche un test genetico – descrive Carraro il percorso nel suo hub di longevità, ad Abano Terme, Milano e Roma – nella nostra mappa del Dna c’è scritto tutto quello che siamo, comprese le fragilità o le criticità potenziali, destinate a condizionare lo stile di vita. Perché dobbiamo aspettare un problema per sapere che siamo intolleranti al lattosio? O perché dobbiamo soffrire per anni di mal di testa o di cattiva digestione per scoprire la nostra eventuale celiachia? Lo stesso vale per l’individuazione di quei processi infiammatori silenti che finirebbero per condizionare la nostra salute con l’andare dell’età».
Il mercato, in Italia e non solo si segmenta in fasce ben distinte, la differenza la fa quanto si è disposti a spendere (o investire?) sul proprio benessere di oggi e di domani. «Ritengo che Palazzo Fiuggi sia una struttura unica nel suo genere – aggiunge Giannuzzi, che della medical spa di Fiuggi è stato il promotore e l’ideatore -. Essa, infatti, si distingue per un insieme di elementi che convivono in perfetto equilibrio, dando vita a un modello davvero unico nel panorama globale del settore. Si può pensare ad un vero e proprio ecosistema integrato, capace di favorire il benessere e la longevità, grazie alla fusione sinergica di diversi elementi: l’acqua di Fiuggi, dalle riconosciute proprietà depurative, una food line minuziosamente ideata dal tre stelle Michelin Heinz Beck, un team internazionale di medici, specialisti ed esperti, e una location straordinaria, immersa nel verde, a 700 metri d’altitudine, dove l’aria è pura e l’ossigenazione ottimale per il benessere psicofisico».
Fino a qualche anno fa, la differenza la facevano i “guru”. Le ricette erboristiche di Marc Mességué, la filosofia di Henri Chenot, oppure le soluzioni offerte da qualche brand del settore cosmetico, come la Prairie in Svizzera. Oggi sembra prevalere il team: «Abbiamo scelto deliberatamente di non associare il nostro concept al nome di un singolo personaggio, nella forte convinzione che il vero valore risieda nella forza del gruppo, nella coerenza della visione medica e nella capacità di adattare le conoscenze più avanzate alle esigenze individuali, senza alcun vincolo di branding personale» aggiunge Giannuzzi a proposito di Palazzo Fiuggi.
L’offerta – ma qui parliamo del top di gamma: la frontiera che più si sta sviluppando, integrando medical spa, un rinnovato termalismo, medicina anti-ageing – è sempre più personalizzata, dalle cure detox alla perdita controllata di peso, fino alla cura del sonno e a programmi di terapie infusionali per integrare i dati emersi dai test genetici, combinando all’occorrenza neuroscienze, diagnostica avanzata e programmi di wellness specializzati, fisici e mentali. Target? Più giovane di quello che si possa credere. La media è di 50 anni. Durata media dei trattamenti? Una settimana, con qualche programma rapido di 3-4 giorni, che occhieggia al leisure di altissima gamma. Costi? Qui soccorre solo la fantasia: una settimana di ospitalità, controlli medici, terapie (comprese quelle con infusioni) possono andare da un minimo di 10mila euro a un massimo di 28-30mila (ma in realtà il “massimo” non esiste). Le variabili sono le location alberghiere e l’intensità del servizio medicale. Non cercate gallerie d’arte: potreste trovare il vostro quadro oltre al “ritratto di Dorian Gray”.
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