Gli alimentari costano oggi in Italia quasi un terzo in più rispetto al 2019. A dirlo è l’Istat nella sua ultima nota sull’andamento dell’economia, che mette in evidenza come il rincaro dei beni alimentari e delle bevande non alcoliche abbia raggiunto a luglio 2025 un livello più alto del 30,1% rispetto al periodo pre-pandemia.
Un aumento consistente, ma comunque inferiore alla media europea: nell’UE27 i prezzi sono saliti del 39,2%, con punte del 40,3% in Germania e del 38,2% in Spagna. Solo la Francia ha fatto meglio dell’Italia, con un incremento più contenuto (+27,5%).
Carrello della spesa e inflazione
La dinamica inflazionistica ha inciso sul carrello della spesa: dopo il +3,2% di luglio, ad agosto la crescita tendenziale è arrivata al 3,5%. Il divario rispetto all’indice complessivo è salito a 1,9 punti percentuali, contro i 0,2 registrati a marzo 2025. Nel complesso, l’inflazione al consumo (Ipca) resta stabile: ad agosto si attesta al +1,7% su base annua.
Occupazione in crescita, ma Pil in lieve calo
Nonostante le difficoltà legate ai prezzi, il mercato del lavoro continua a dare segnali positivi. A luglio l’occupazione è cresciuta dello 0,1% (+13mila unità), portando il tasso al 62,8%. In aumento i dipendenti permanenti e a termine, mentre calano gli autonomi.
Diverso il quadro per l’economia complessiva: il Pil nel secondo trimestre 2025 ha segnato un -0,1% congiunturale, penalizzato dal calo dell’export e dall’accumulo di scorte. Stabili i consumi privati, in crescita ma in rallentamento gli investimenti.
Produzione industriale e commercio estero
A luglio la produzione industriale è salita per il secondo mese consecutivo, ma la fiducia delle imprese manifatturiere è diminuita ad agosto, in contrasto con il miglioramento registrato nei servizi. Sul fronte del commercio estero, tra aprile e giugno si è osservata una netta decelerazione: le esportazioni verso i mercati extra-Ue sono in calo, con forti flessioni nei confronti di Regno Unito, Cina, Russia e Turchia.
Povertà energetica: l’impatto dei bonus
Un focus della nota Istat è dedicato ai bonus sociali contro la povertà energetica. Secondo i dati, i sussidi introdotti nel 2022 hanno avuto un ruolo decisivo nel mitigare l’impatto dei rincari energetici sulle famiglie più fragili. Tuttavia, una quota significativa di nuclei in condizione di povertà energetica non ha beneficiato di queste misure di welfare.
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