L’ultimo mese dell’anno sta dando una scossa al morale del mercato dell’arte che riceve segnali più che confortanti dai grandi appuntamenti internazionali. Primo tra tutti la fiera Art Basel Miami che si è chiusa nei giorni scorsi, il cui dato più significativo è il gran ritorno dei blue chip, il top delle compravendite, degli investitori istituzionali e dei collezionisti d’élite; un dato in controtendenza rispetto al clima di cautela che ha contrassegnato il 2024 e la prima metà del 2025. Per fare qualche esempio, ha fatto parlare la vendita del dipinto raffigurante Muhammad Ali di Andy Warhol (1977) assegnato dalla galleria Lévy Gorvy Dayan per 18 milioni di dollari, e poi quella di un’opera dell’astrattista tedesco Gerhard Richter a 5,5 milioni di dollari dalla galleria David Zwirner, e ancora di un Untitled di George Condo del 2011 per quasi 4 milioni di dollari. Questi dati suggeriscono due aspetti non trascurabili. Il primo è che, nonostante un contesto economico instabile, il segmento top dell’arte – quello più “sicuro” e ricercato – continua a essere percepito come un bene rifugio. Il secondo è che le grandi fiere restano capisaldi fondamentali per “smaltire” il cosiddetto mercato secondario, dando così fiducia al sistema dell’arte. Un’altra sorpresa che arriva dalle sponde della Florida è stata sicuramente il successo del nuovo settore fieristico dedicato all’arte digitale, ribattezzata Zero 10: il progetto del noto artista digitale Beeple – Regular Animals (2025) – ha destato scalpore per le robotic dog-sculture con le teste iperrealistiche di Elon Musk, Jeff Bezos, Andy Warhol e Pablo Picasso, vendute in edizione limitata a 100.000 dollari ciascuna. Fiducia consolidata nel classico, dunque, grazie ai grandi nomi dei maestri riconosciuti come porto sicuro, ma anche apertura al nuovo tecnologico, con l’arte digitale che si guadagna un posto da protagonista.

L’entusiasmo nel mercato dell’arte segue il successo delle aste newyorkesi del mese scorso, che ha capitalizzato il totale wow di 2,2 miliardi di dollari di vendite totali. A Londra sorride la maison Phillips, appena reduce dall’asta New Now – Modern & Contemporary Art che comprendeva anche opere di Damien Hirst e che ha raggiunto un risultato di 3.054.075 sterline, con 110 lotti venduti su 140 e un tasso di vendita del 79% per lotto e 80% per valore. Entusiasta, snocciola i risultati Louise Simpson, capo dipartimento di New Now London: «L’asta di moderno e contemporaneo ha ottenuto un eccellente risultato con dieci top lots che hanno rappresentato un mix dinamico di personalità significative e voci emergenti, guidate dall’opera Adenosine Monophosphate di Damien Hirst e seguite anche da artiste affermate, tra cui Etel Adnan, Miriam Cahn e Niki de Saint Phalle; l’asta ha segnato anche il debutto di Luke Silva, la cui opera Coimbra Fire è stata battuta per 33.540 sterline, più di cinque volte la stima pre vendita».

L’ottimo risultato di Phillips segue a ruota l’exploit di Sotheby’s che a fine novembre ha aggiudicato a New York la seconda vendita più alta mai raggiunta all’asta per un dipinto: 236 milioni di dollari per il Ritratto di Elisabeth Lederer di Gustav Klimt. Il successo ha contagiato anche l’asta di arte antica di Londra, dove la seduta serale di Old Masters e dipinti del XIX secolo si è chiusa con un totale di circa 40,5 milioni di dollari, un risultato tra i più alti di Sotheby’s degli ultimi cinque anni per questa categoria, guidato dal Ritratto di San Giovanni a Patmos di Rembrandt aggiudicato per 6,8 milioni di sterline. Non meno spumeggiante è stata a Londra la chiusura della Classic Week di Christie’s che totalizzato 40,5 milioni di sterline sancendo il record mondiale per il The Winter Egg di Fabergé, una delle magnifiche uova del gioielliere di San Pietroburgo (1913), aggiudicato per oltre 30 milioni di dollari.

E nel Belpaese? Fatte le dovute proporzioni, le case d’asta puntano a finire l’anno nel modo migliore e magari con qualche piccolo botto. Finarte, ad esempio, chiude il 2025 con un programma di aste d’eccellenza da lunedì 15 a giovedì 18 tra fumetti, argenti d’epoca e orologi di lusso. Per i collezionisti di arte moderna e contemporanea c’è attesa per l’ultima asta di Wannenes nel cinquecentesco Palazzo Recalcati di Milano: all’incanto andrà un catalogo interessante guidato dalla suggestiva litografia Study for death mask of William Blake di Francis Bacon e dal dipinto Gatto con topo, capolavoro del terzo periodo di Antonio Ligabue.
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