Perdere il maggiore tesoro naturale del pianeta. La foresta amazzonica è il bioma più prezioso. Ospita il 10% della biodiversità terrestre, regola le precipitazioni dell’intero continente sudamericano e contribuisce a contrastare il cambiamento climatico globale. E rischiamo di perderlo per sempre. Se infatti verrà distrutto soltanto un ulteriore 5% dell’area, scatterà il fatidico punto di non ritorno. E’ ciò che emerge dal rapporto Sos Amazzonia, stilato dal Wwf, secondo cui alla perdita irreversibile potrebbero mancare solo 15 anni.
Il countdown è iniziato
Dal 1970 ad oggi le pressioni causate dall’uomo su questo importante ecosistema sono aumentate esponenzialmente e nonostante i tassi di deforestazione si siano recentemente stabilizzati, l’Amazzonia rischia comunque di approcciarsi a un pericoloso tipping point, ovvero a un punto di non ritorno, che ne comprometterebbe definitivamente la resilienza. Se infatti un ulteriore 5% venisse distrutto, la foresta amazzonica perderebbe definitivamente la sua resistenza e resilienza venendo sostituita da un’arida savana.
L’attraversamento di un punto di non ritorno provocherebbe effetti a cascata potenzialmente irreversibili, con un enorme impatto sul clima, accelerando il riscaldamento globale e le temperature estreme, riducendo le precipitazioni in tutto il Sudamerica e causando estinzioni di massa di specie, con ripercussioni sull’agricoltura, sulla produzione di energia idroelettrica e sulla salute e il benessere umano nella regione e a livello globale. Se le tendenze attuali continuassero, a questo punto di non ritorno mancherebbero solo 15 anni. Le condizioni per il tipping point sarebbero già state raggiunte su un terzo della foresta amazzonica.
L’emergenza nell’Amazzonia boliviana
Dal rapporto emerge come la Bolivia è il paese in cui la foresta amazzonica presenta i trend più preoccupanti. A differenza degli altri paesi sudamericani, in questa nazione la deforestazione è raddoppiata rispetto a inizio XXI secolo. La foresta amazzonica boliviana si estende per 55 milioni di ettari, terza dopo Brasile e Perù. Seppur rappresenti solo l’8% dell’estensione totale, l’Amazzonia andina (ovvero peruviana e boliviana) è considerata tra le più affascinanti e ricche in termini ecologici e culturali. Tuttavia, dal 1990 il 34,7% della foresta amazzonica boliviana, vale a dire un’area grande due volte la Svizzera, è stato perso a causa di deforestazione e degrado forestale.
Tra le cause principali ci sono gli incendi boschivi. Un fenomeno purtroppo in aumento: circa 3,8 milioni di ettari vengono percorsi annualmente dalle fiamme in media, colpendo anche aree protette o territori indigeni. Nel 2024 la siccità è stata prolungata con precipitazioni ben sotto la media e venti più forti. Sono stati oltre 6 milioni di ettari percorsi dalle fiamme per circa 250.000 roghi.
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