Ok, il prezzo è giusto. A patto che si rispettino determinati parametri e che le quotazioni siano in linea con il mercato: sottostimare il valore di un oggetto di design è infatti sbagliato, ma anche alzare troppo il tiro in fase di vendita è certamente un errore. È nel giusto equilibrio tra la domanda e l’offerta che si concretizza invece l’affare perfetto. Per i pezzi di design moderni questo è doppiamente vero: a differenza di quanto accade per gli oggetti storicizzati, il valore non è sempre consolidato e può variare sensibilmente. «L’esperto si occupa della qualità, dell’autenticità, dell’individuazione di eventuali interventi sull’oggetto e del fatto che questi siano stati pertinenti o meno. Ma l’attribuzione del valore è sempre rapportata al mercato», spiega Luigi Bosa, responsabile dipartimento di design e arti decorative del Novecento per la casa d’aste Capitolium Art. Un aiuto nella determinazione del prezzo può arrivare anche dalla rete: esistono infatti portali specialistici che posseggono un database con tutte le battute d’asta degli ultimi anni, suddivise per autore. L’utente iscritto può così operare un ampio raffronto e comprendere al meglio il mercato.
A fare il valore sono anche le tendenze di un determinato momento storico. «Oggi – prosegue al riguardo Bosa – la rarità di un oggetto non è più un requisito infallibile. Un tempo questo fattore era più premiante, adesso invece contano più la riconoscibilità di un determinato pezzo e lo status symbol». Per questo, le valutazioni più attendibili sono quelle effettuate da chi conosce le suddette dinamiche e riesce a destreggiarsi nella selva delle quotazioni.
Prendiamo ad esempio Piero Fornasetti: un piatto della serie Tema e Variazioni può variare molto di prezzo a seconda dell’anno di produzione e della tiratura, con le prime edizioni decisamente più quotate. Anche per Gaetano Pesce, il valore di pezzi come i vasi Nobody’s Perfect dipende da fattori come l’unicità, la firma e il contesto di produzione. Lo stesso discorso vale per le creazioni di Ettore Sottsass: una lampada Tahiti o una libreria Carlton possono subire variazioni di prezzo significative a seconda che si tratti di una prima edizione anni ’80 o di una riedizione successiva. Per questo sono fondamentali delle valutazioni attente.
Il costo di una perizia varia in base alla complessità dell’oggetto e alla finalità. Per una stima a fini assicurativi o di compravendita si parte da circa 150-300 euro per singolo oggetto, mentre una perizia legale o giurata, necessaria in contesti ereditari o contenziosi, può superare i 2mila euro. Alcune case d’aste eseguono poi valutazioni gratuite che, pur non avendo valore legale, hanno comunque una loro funzionalità: «Rispondono a un mercato reale, dunque fissano un prezzo affinché l’oggetto si possa davvero vendere. Questo rappresenta un elemento di attendibilità, salvo possibili errori di sottostima che però non rappresentano un grosso problema, perché alla fine ci pensa il mercato a riportare le cose in ordine. Peggio invece è la sovrastima, che può inficiare la vendita», avverte Bosa.
L’errore da principianti? Fidarsi dei prezzi “sparati” sulle piattaforme generaliste online, dove si vende di tutto, dai capi d’abbigliamento scontati agli elettrodomestici. La fregatura è dietro l’angolo e non è difficile capire il perché: «In quei casi non è mai chiaro il livello di vigilanza sull’autenticità».
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