Duemila spillette rosse, a forma di fiocco, contro la violenza sulle donne: è questa l’iniziativa lanciata dalla Fabi, in occasione del 129° Consiglio nazionale che si è svolto a Milano. Tutti gli ospiti e i dirigenti sindacali hanno ricevuto all’ingresso una spilletta da giacca con il fiocco rosso, simbolo universale della lotta alla violenza di genere. Una forte iniziativa simbolica e civile, un impegno concreto e visibile, contro la violenza sulle donne, uno dei temi centrali dell’evento di quest’anno. Il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, ha consegnato personalmente il fiocco rosso a ciascun partecipante alle tavole rotonde. Un gesto semplice ma profondamente significativo, con cui la Fabi intende ribadire la propria vicinanza alle vittime, la condanna di ogni violenza, e il sostegno alla cultura del rispetto e dell’uguaglianza.
A ricevere la spilletta, tra gli altri, tutti i principali banchieri del Paese e rappresentanti del settore: Antonio Patuelli e Marco Elio Rottigni (Abi), Carlo Messina (Intesa Sanpaolo), Carlo Cimbri (Unipol), Giuseppe Castagna (Banco Bpm), Luigi Lovaglio (Monte dei Paschi di Siena), Elena Goitini (Bnl Bnp Paribas), Andrea Orcel (Unicredit), Gianni Franco Papa (Bper), Giampiero Maioli (Crédit Agricole Italia), Francesco Minotti (Mediocredito Centrale), Matteo Spanò (Federcasse).
«Il fiocco rosso è molto più di un segno, è un impegno pubblico, una presa di posizione netta. Indossarlo significa non voltarsi mai dall’altra parte. La violenza sulle donne non è un fatto privato, ma una tragedia collettiva che riguarda tutti noi. È un tema che deve entrare nelle sedi istituzionali, nelle assemblee, nei luoghi di lavoro e nella quotidianità. C on questo simbolo vogliamo lanciare un messaggio chiaro: la Fabi è dalla parte delle donne, sempre» ha dichiarato Sileoni. Il tema della violenza di genere è stato al centro anche del video di apertura del Consiglio nazionale, che ha ripercorso gli eventi salienti del biennio 2024-2025, con un focus finale dedicato alle donne uccise per mano di compagni, ex o familiari. Un elenco doloroso e inaccettabile, trasformato in impegno e memoria collettiva. La Fabi, sempre attenta alle tematiche sociali, conferma così il proprio ruolo non solo sindacale, ma anche culturale e civile.
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