Google alza l’asticella dell’intelligenza artificiale consumer e lo fa con il lancio di Gemini 3, definito dal colosso informatico statunitense come la famiglia di modelli “più intelligente e affidabile mai sviluppata”. Si tratta di un passo in avanti tecnico ma anche strategico: dopo la partenza incerta di Gpt-5, ovvero l’aggiornamento lanciato ad agosto da OpenAI, il gruppo californiano vede infatti un’occasione per contendere a quest’ultima la leadership nel settore.
Gemini 3, cos’è e come funziona
Il debutto più significativo è quello di Gemini 3 Pro, disponibile da oggi senza filtri e per tutti gli utenti tramite l’app Gemini. Lo stesso modello entra in Search, rafforzando l’IA Mode per gli abbonati e diventando il perno delle nuove esperienze integrate nei servizi Google.
Secondo Tulsee Doshi, senior director di Google DeepMind, la direzione è chiara: portare l’informazione sempre più vicino alla storica missione dell’azienda, quella di renderla “universalmente accessibile e utile”, mentre la ricerca evolve verso forme più ricche, visive e interattive. Il salto, insiste Doshi, consiste nell’abbandonare la logica delle risposte testuali pure per offrire “una visione molto più completa di ciò che l’IA può mostrare”.
Questa promessa si fonda sul carattere “nativamente multimodale” di Gemini 3 Pro: testo, immagini e audio convergono in un unico linguaggio computazionale. La conseguenza è la possibilità di generare contenuti complessi con naturalezza: dalla trasformazione di foto di ricette in un ricettario, fino alla conversione di videolezioni in set dinamici di flashcard.
L’evoluzione dell’IA
Le ricadute economiche si vedono subito. Nell’app Gemini debutta lo spazio integrato Canvas, che consente di costruire programmi, documenti e contenuti articolati; mentre all’interno dei Gemini Labs vengono testate nuove interfacce generative, tra cui layout in stile magazine e impaginazioni dinamiche guidate da prompt. La modalità sperimentale Dynamic View spinge oltre questa logica: alcune risposte si trasformano direttamente in pagine web interattive, aprendo potenziali sviluppi nei settori editoriale, pubblicitario e dei contenuti digitali.
La trasformazione investe anche il motore di ricerca, asset economico fondamentale per Google. In AI Mode, Gemini 3 Pro restituisce risultati arricchiti da immagini, tabelle, griglie e simulazioni interattive, sostenuti da un’evoluzione della tecnica di query fan-out. Il sistema non si limita a scomporre la domanda, ma interpreta meglio l’intento dell’utente, individuando contenuti che in passato sarebbero rimasti nascosti. Una mossa che, se efficace, può rafforzare Search proprio mentre la concorrenza sull’advertising si intensifica.
Gemini 3, le differenze con Chat Gpt
La presentazione include anche una stoccata molto chiara nei confronti di OpenAI. Google descrive Gemini 3 Pro come un modello che evita lusinghe, toni accomodanti e formule di cortesia tipiche di molti chatbot conversazionali (ChatGPT in primis) per privilegiare risposte dirette e più informative. Una postura che mira a rafforzarne l’immagine come strumento professionale e produttivo, più che conversazionale.
Sul fronte tecnico, il nuovo modello introduce capacità decisionali più mature: pianificazione affidabile su orizzonti lunghi, gestione di processi complessi e un primo passo verso l’automazione personale. La funzione sperimentale Gemini Agent, in rollout agli abbonati Ultra, permette già di filtrare email, organizzare documenti, pianificare e persino prenotare viaggi. Staremo a vedere se la grande rivoluzione annunciata sarà effettiva e se ancora – come molti esperti sostengono – questi aggiornamenti siano solo un bagliore delle vere potenzialità che l’intelligenza artificiale può ancora esprimere.
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