Nel 2024 il gioco legale in Italia ha raggiunto una raccolta complessiva di 157,4 miliardi di euro, segnando un incremento del 42% rispetto al 2019. A trainare l’intera crescita è stato esclusivamente il comparto online, che nello stesso periodo ha registrato un balzo del 153%. I dati emergono dal Report 2025 della Cgia di Mestre, presentato a Roma, a Palazzo Wedekind, durante il convegno promosso da As.Tro, l’associazione che rappresenta gli operatori del gioco lecito.
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Diversa la traiettoria del gioco fisico, che nonostante la ripresa post-pandemia continua a segnare un ritardo del 12% rispetto ai livelli pre-Covid. La fotografia del settore è quindi quella di un comparto spaccato in due, con il digitale in netta espansione e il retail ancora in sofferenza.
La spesa effettiva dei giocatori, al netto delle vincite, si attesta nel 2024 a 21,5 miliardi di euro. Della raccolta complessiva, infatti, ben 135,8 miliardi sono stati restituiti in vincite, mentre la parte restante rappresenta la quota effettivamente spesa.
Il segmento online ha registrato una raccolta pari a 92 miliardi di euro, con una restituzione in vincite che ha toccato il 95%, ovvero 87 miliardi. La spesa lorda si è fermata a 5 miliardi, di cui 1,2 miliardi sono finiti nelle casse dello Stato sotto forma di prelievo fiscale, mentre i restanti 3,8 miliardi sono rimasti alla filiera industriale. La quota trattenuta dagli operatori, pari al 4,2% della raccolta, costituisce il fatturato del settore, da cui devono però essere sottratti costi e imposte, riducendo così il margine netto.
Dal punto di vista del gettito fiscale, il comparto ha generato nel 2024 un contributo complessivo di circa 6 miliardi di euro. Il Preu, ovvero il Prelievo Erariale Unico sugli apparecchi da intrattenimento, ha prodotto entrate per 5,2 miliardi. Tuttavia, rispetto al 2019, questo dato è in calo di circa 1,5 miliardi, riflettendo la flessione nella raccolta del comparto retail e la conseguente riduzione dei margini.
Alle entrate derivanti dal Preu si sommano altri 788 milioni provenienti da forme di imposizione fiscale sulle imprese del settore, tra cui Irpef, Ires, addizionali locali, Irap, Tari, diritto camerale, iscrizione al Ries e contributi previdenziali. Il risultato finale porta quindi il contributo totale del comparto giochi alle casse pubbliche ben oltre la soglia dei 6 miliardi.
“Questa crescente preferenza per il gioco online e il minore ricorso ai punti fisici tradizionali impongono una riflessione profonda e un intervento riformatore capace di dare stabilità al comparto, tutelando la rete legale e chi vi opera ogni giorno con responsabilità”, ha dichiarato Massimiliano Pucci, presidente di As.Tro.
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