Il mese di giugno in alcune parti d’Europa ha registrato temperature record, così come in Cina, Stati Uniti e Regno Unito, con ondate di caldo torrido che non mancano di accendere i riflettori su quanto questo vada a incidere sugli investimenti.
L’ultima ricerca condotta da Man Group in collaborazione con l’Università di Oxford, evidenzia l’esistenza di un “fattore climatico” negli investimenti, con il caldo estremo che ha aggiunto 72 punti base di volatilità annualizzata ai mercati azionari statunitensi negli ultimi due decenni.
In vent’anni, l’effetto cumulato della volatilità diventa significativo, in particolare per settori come quello dei materiali e dell’industria e per asset come i data center, dove i rischi climatici incidono direttamente sulle attività e sulle valutazioni. Per gli investitori a lungo termine, questa maggiore volatilità richiede adeguamenti alla gestione del rischio di portafoglio e ai modelli di asset allocation.
L’analisi del comportamento di un campione di società quotate negli Stati Uniti dal 2002 al 2022 ha mostrato che le società con strutture concentrate in regioni sensibili al calore, dove le probabilità di caldo estremo aumentano più rapidamente con il riscaldamento medio, hanno registrato una maggiore volatilità durante le estati anomale. Dopo aver controllato i fattori idiosincratici, il solo trend di riscaldamento ha determinato un aumento del 6,6% (72 punti base) della volatilità totale di mercato. “Questo suggerisce che gli investitori consideravano le società colpite più rischiose durante le ondate di calore. Tuttavia, i mercati non hanno prezzato questo rischio in modo efficiente, come dimostra l’ampliamento degli spread nelle revisioni degli utili futuri degli analisti per le società esposte al caldo”.”, rimarcano Matt Goldklang, climatologo presso Man Numeric, e Jane Smyth, climatologa del team di ricerca Responsible Investment presso Man Group.
I mercati azionari statunitensi registrano tipicamente una volatilità annualizzata di circa il 15% quindi questo aumento, determinato da un unico fattore, il caldo estremo, è notevole.
Un nuovo paradigma?
Il rischio climatico sta ridefinendo il modo in cui concepiamo gli investimenti e il rischio finanziario oggi. “Mentre i tradizionali investimenti ESG sono spesso degenerati in un miscuglio di temi e sistemi di valutazione poco trasparenti da parte di chi li vendeva, assistiamo all’emergere di un nuovo paradigma: l’utilizzo di dati scientifici concreti per quantificare gli effetti delle variazioni meteorologiche e climatiche sull’economia”, spiegano gli esperti. In Brasile, un aumento di 1 °C raddoppia la probabilità di siccità così gravi da distruggere i raccolti. La produzione di caffè, concentrata nelle principali regioni agricole del Brasile, ha già subito shock di prezzi legati a questi rischi.
Non è tutto negativo. “Un adattamento intelligente può migliorare i risultati anche se i rischi si intensificano”, argomentano Goldklang e Numeric prendendo ad esempio l’agricoltura: nonostante l’aumento delle temperature, negli ultimi 60 anni la resa dei raccolti globali è aumentata vertiginosamente grazie ai progressi tecnologici e al miglioramento delle pratiche agricole. “È vero, la crescita della produttività ha subito un rallentamento alle latitudini medio-basse a causa degli effetti del calore, ma l’innovazione continua e il rafforzamento della resilienza possono migliorare la sicurezza alimentare. Il futuro non è predeterminato, dipende dalle nostre azioni di oggi. Comprendendo questi impatti climatici, possiamo prendere decisioni migliori a vantaggio sia degli investitori che della società”.
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