Nessuna sala, nessun cameriere, nessuna insegna sulla strada. I piatti arrivano in sella alla bici o sul monopattino di un rider. Pronti, rapidi e direttamente a casa del consumatore. Sono moltissimi ormai i ristoranti senza una sede fisica aperta al pubblico: vendono solo in rete attraverso le piattaforme di cibo a domicilio. Un risparmio di personale, consumi e strutture. È la nuova frontiera della ristorazione digitale, dove i ristoranti virtuali stanno diventando una componente strutturale del settore e minacciano di lasciare a casa migliaia di lavoratori.
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Sempre più ristoranti scelgono solo la sede virtuale
Oggi oltre il dieci per cento dei locali presenti è oggi costituito da marchi nati e operanti solo in rete: circa tremila insegne su un totale di oltre venticinquemila. Lo testimonia una stime della piattaforma Deliveroo. Per i ristoratori si tratta di uno strumento in più da affiancare all’attività tradizionale, che consente di proporre nuove cucine o menù dedicati sfruttando la stessa cucina del ristorante fisico. Un modo rapido e indolore per ampliare l’offerta senza la spesa di capitale che prevederebbe l’apertura di un nuovo locale. La soluzione risponde a un’esigenza di varietà e personalizzazione dell’offerta sempre più presente nei consumatori.
Diffusione capillare e stellata
Le piattaforme per ordinare cibo a domicilio sono ormai diffusissime in tutta Italia e si possono trovare anche nei centri più piccoli. L’offerta è vastissima: dall’etnico alla cucina italiana. Per i gestori la formula è una comoda leva strategica. Permette di diversificare il proprio profilo commerciale, di testare nuove tipologie di cucina e di adattarsi rapidamente alla domanda locale, valorizzando al massimo la struttura già esistente.
Anche l’alta cucina si sta muovendo in questa direzione. Anche i ristoranti stellati orano creano marchi paralleli disponibili esclusivamente in rete, con un menù dedicato alla consegna a domicilio. Il costo zero del modello virtuale attira anche un tipo di offerta esclusiva e stellata.
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