Da gadget-shop a gigante globale del giocattolo. Pop Mart, l’azienda cinese diventata sinonimo di blind box e pupazzi “ugly-cute”, ha registrato un semestre da record grazie al fenomeno planetario di Labubu, la linea di figure collezionabili che ha scatenato una vera e propria corsa all’acquisto.
Nei primi sei mesi del 2025, le vendite sono triplicate, toccando quota 1,93 miliardi di dollari, mentre l’utile netto è cresciuto del 396%, a 4,57 miliardi di yuan. Un’esplosione di ricavi che ha trasformato Pop Mart in una delle aziende di giocattoli più ricche al mondo, con una capitalizzazione di oltre 47 miliardi di dollari, superiore – come riporta il Financial Times – alla somma di due colossi storici del settore: Hasbro e Mattel.
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Labubu, cosa c’è dietro al successo
Dietro al successo c’è un cambiamento epocale nel consumo giovanile, dove l’acquisto è diventato spettacolo e identità, e dove TikTok detta le leggi del mercato. Lo sottolinea Gabriel Debach, market analyst di eToro, in un’analisi che fotografa perfettamente il momento: “Oggi basta un video virale per mandare in tilt filiere, prezzi e stime di mercato. È successo con il matcha, il cioccolato di Dubai e, ovviamente, con i Labubu, che nel giro di pochi mesi hanno scalzato Barbie, diventando l’icona perfetta del nuovo capitalismo dell’hype“.
La linea The Monsters, guidata proprio da Labubu, ha generato 670 milioni di dollari nel semestre, oltre sette volte i livelli del 2024 e quasi il doppio delle vendite di Barbie nello stesso periodo. Un dato che segna una frattura culturale storica: il nuovo simbolo globale dell’infanzia non nasce più in California, ma a Pechino.
Al riguardo, Debach prosegue: “Pop Mart è riuscita a costruire un ecosistema dove non si vendono solo giocattoli, ma appartenenza. L’acquisto di una blind box è diventato un rituale collettivo, una performance da condividere. È il lusso accessibile della Gen Z, più desiderabile di una borsa griffata perché costa meno, ma genera lo stesso capitale sociale“.
Espansione impressionante
L’espansione è impressionante: ricavi in aumento del 1.142% nelle Americhe, del 729% in Europa e del 258% in Asia-Pacifico (esclusa la Cina). Negli Stati Uniti, il solo canale TikTok ha generato un boom del +2.033% su base annua. A livello globale, Pop Mart gestisce oggi 571 negozi e oltre 2.500 roboshop in 18 Paesi.
Anche il margine lordo, salito al 70,3%, ricorda più un’azienda tech che un produttore di giocattoli tradizionali. «Sono margini da software su personaggi disegnati a mano» nota Debach, evidenziando come Pop Mart abbia trasformato la creatività in un business scalabile e ad altissima redditività.
Il titolo, quotato a Hong Kong, è salito del 570% nell’ultimo anno, contribuendo a rendere il fondatore Wang Ning il decimo uomo più ricco della Cina.
Ma dietro all’entusiasmo, restano delle incognite. Oltre un terzo dei ricavi di Pop Mart dipende da Labubu. “È la classica concentrazione da manuale: se l’hype si spegne, l’impatto è immediato“, avverte Debach. Inoltre, la crescente attenzione dei regolatori cinesi sulle blind box – accusate da alcuni media di essere troppo simili al gioco d’azzardo – potrebbe in futuro condizionare l’espansione interna. Eppure, per ora, i numeri parlano chiaro: +204% di ricavi, +396% di utili, crescita globale a tre cifre.
Labubu, la torta di Madonna
A consacrare la mania è arrivata addirittura la popstar Madonna, che ha festeggiato il suo 67esimo compleanno con una torta gigante a forma di Labubu in Toscana, durante il Palio di Siena. A completare il dolce, la scritta “Happy Birthday Madudu”, un gioco di parole fra il nome dell’artista e quello dei pelosi personaggi cinesi. Una scelta che segna la definitiva ascesa dei Labubu a status symbol della cultura pop contemporanea.
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