Dal caveau di Palazzo Chigi all’asta, quasi 270 oggetti ricevuti da Giorgia Meloni in poco più di due anni di viaggi ufficiali saranno messi in vendita per beneficenza. A deciderlo è stata la stessa presidente del consiglio, con una mossa di trasparenza e di generosità che, secondo una stima di Open, potrebbe generare un valore a fin di bene di circa 800 mila euro. Il ricavato, specifica Palazzo Chigi, potrà infatti essere elargito ad associazioni e organismi senza scopo di lucro.
Al momento non esiste un elenco ufficiale dei regali che saranno venduti, ma molti dei doni che con ogni probabilità finiranno all’incanto coincidono con quelli resi pubblici lo scorso maggio, quando Palazzo Chigi rispose all’interrogazione parlamentare del deputato Francesco Bonifazi. L’inventario, vasto e variegato, racconta un mosaico di usanze diplomatiche e omaggi simbolici: dai tappeti ricevuti in Libia e in altri Paesi arabi al vaso prezioso donato in Vietnam, fino alle scarpe di pitone blu con tacco d’oro realizzate dalla stilista saudita Norah Alhumaid.
In quella raccolta c’è poi la statuetta del presidente argentino Javier Milei con la motosega, un busto argenteo di Gandhi e una statuetta d’oro regalati dal premier indiano Narendra Modi, oltre al foulard consegnato in ginocchio dal premier albanese Edi Rama. Compaiono anche un servizio da tè in porcellana donato da Viktor Orbán e una ciotola di ceramica offerta da Joe Biden. In elenco figurano inoltre gioielli, un abito tradizionale indonesiano, quadri, un vaso di fiori, un set di trucchi giapponese, diversi cofanetti, cinture preziose e persino un iPad.
Per legge, i doni che superano i 300 euro non possono essere trattenuti dal destinatario e devono quindi essere custoditi. I più preziosi sono conservati in un caveau, mentre gli altri hanno saturato l’ambiente adibito a deposito, non più sufficiente a contenerli. È in questo contesto che, a fine ottobre, il segretario generale di Palazzo Chigi ha disposto la vendita dei beni. Nei giorni scorsi una delibera ufficiale ha poi affidato il servizio di “gestione della vendita all’incanto dei doni di rappresentanza ricevuti dalla Presidenza del Consiglio dei ministri” alla casa d’aste e galleria d’arte romana Bertolami Fine Art.
L’appalto, del valore di 40 mila euro, è stato aggiudicato all’azienda che, come previsto negli atti, ha offerto “quale corrispettivo, il 5% sui proventi della vendita”. Sarà proprio Bertolami Fine Art a occuparsi della stima di ciascun oggetto, un compito tutt’altro che semplice visto il carattere eterogeneo dei doni. Il calendario è già indicato con precisione: gli oggetti andranno all’asta tra gennaio e giugno del 2026
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