È María Corina Machado, attivista venezuelana per i diritti umani e simbolo dell’opposizione democratica al regime di Nicolás Maduro, la vincitrice del Premio Nobel per la Pace 2025. L’annuncio è arrivato questa mattina da Oslo, a conclusione di una delle edizioni più seguite e politicamente significative degli ultimi anni.
La decisione del Comitato norvegese segna un chiaro ritorno ai temi fondanti del Nobel per la Pace: la difesa della democrazia, il coraggio civile e l’impegno personale nella tutela dei diritti fondamentali. Un riconoscimento che, oltre al prestigio internazionale, ha anche un importante valore economico.
Per l’edizione 2025, in particolare, l’assegno che accompagna il Nobel ammonta a 11 milioni di corone svedesi, equivalenti a circa 950mila euro, a seconda del tasso di cambio. Si tratta della cifra più alta mai assegnata nella storia dei Nobel, dopo che l’importo era stato ridotto nel 2012 (allora scese a 8 milioni di corone) e successivamente aumentato negli anni fino a superare la soglia simbolica del milione di euro. Questa somma è finanziata attraverso gli interessi sul capitale originario donato da Alfred Nobel alla fine dell’Ottocento e viene suddivisa nel caso in cui il premio venga assegnato a più persone o organizzazioni.
Ma l’aspetto economico non si limita all’assegno. A ogni vincitore viene consegnata anche una medaglia d’oro che, oltre al valore simbolico, rappresenta un bene di grande valore materiale. Negli anni scorsi, alcune medaglie Nobel sono state messe all’asta e hanno raggiunto cifre sorprendenti: in un caso, la vendita ha fruttato 765mila dollari, in un altro addirittura 4,7 milioni di dollari, segno di quanto il mercato riconosca non solo il metallo prezioso ma anche il valore storico dell’oggetto. Al di là degli onori, del prestigio e dell’influenza che ne derivano, il riconoscimento si traduce anche in una vera e propria entrata economica, che può contribuire concretamente a sostenere le attività di chi si è distinto nel promuovere la pace a livello internazionale.
Chi è María Corina Machado
Classe 1967, Machado è un volto noto dell’opposizione venezuelana. È stata deputata dell’Assemblea nazionale dal 2011 al 2014, ha fondato il movimento politico Vente Venezuela ed è cofondatrice dell’associazione civile Súmate, impegnata per la trasparenza elettorale. È anche membro della piattaforma civica “Io sono il Venezuela”, insieme ad altre figure storiche dell’opposizione come Antonio Ledezma e Diego Arria.
Nobel per la pace 2025, le motivazioni
Nel corso del 2024, ha vissuto in clandestinità all’interno del Paese, dopo che il regime di Maduro ha tentato di estrometterla dalla scena politica con accuse e minacce. Il Comitato per il Nobel ha spiegato così la motivazione della scelta: “Machado è stata costretta a vivere in clandestinità. Nonostante le gravi minacce alla sua vita, è rimasta nel Paese, una scelta che ha ispirato milioni di persone. Quando i regimi autoritari prendono il potere, è fondamentale riconoscere i coraggiosi difensori della libertà. La democrazia dipende da persone che si rifiutano di rimanere in silenzio, che osano farsi avanti nonostante i gravi rischi e che ci ricordano che la libertà non deve mai essere data per scontata, ma sempre difesa – con le parole, con coraggio e con determinazione”.
L’assegnazione del Nobel a Machado mette definitivamente da parte l’ipotesi, sostenuta da alcuni governi e politici internazionali, di un possibile premio a Donald Trump per il suo recente successo diplomatico sul cessate il fuoco in Medio Oriente. Le candidature, come più volte ribadito dal Comitato, devono pervenire entro il 31 gennaio: tutte le nomine per Trump sono arrivate oltre tale data, rendendo il presidente Usa non candidabile per l’edizione 2025.
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