“Senza i contadini, in Europa non si governa”. È questo il messaggio con cui il segretario generale di Coldiretti, Vincenzo Gesmundo, ha chiuso il suo intervento al Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione in corso a Roma. Un richiamo forte al ruolo strategico del mondo agricolo nelle scelte politiche dell’Unione europea, in un momento di grande tensione tra le priorità economiche, ambientali e di difesa del continente.
Gesmundo ha espresso preoccupazione per la crescente distanza tra Bruxelles e i cittadini europei, sottolineando come “il progressivo indebolimento della linfa democratica” si rifletta anche nel malcontento degli agricoltori. “Se i popoli vanno da una parte e l’Unione Europea dall’altra, significa che qualcosa non funziona”, ha osservato, denunciando la scarsa partecipazione al voto e la perdita di fiducia nelle istituzioni comunitarie.
Al centro del suo intervento anche le scelte di bilancio dell’Ue, in particolare l’aumento delle risorse destinate alla difesa. “È legittimo domandarsi – ha detto – se sia giusto che oltre 100 miliardi di euro pesino sul sistema agricolo, che pure è stato definito dal Consiglio europeo come il settore da proteggere con maggiore convinzione”.
Per Gesmundo, l’agricoltura non può più essere “la variabile di compensazione delle politiche economiche e industriali europee”, ma deve tornare al centro dell’agenda politica. “È il cuore pulsante dell’identità e della sicurezza alimentare del continente” ha concluso rimarcando che “serve un cambio di rotta: senza i contadini, in Europa non si governa”.
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