In passato hanno macinato chilometri, sempre con l’acceleratore giù a manetta. Oggi invece generano valore. In un modo o nell’altro, le moto da collezione non hanno mai smesso di correre e di innescare l’adrenalina. Vuoi per i cavalli sotto la sella, vuoi per le quotazioni in asta, questi mezzi continuano a far battere forte il cuore di appassionati e investitori, trasformando l’entusiasmo per le due ruote in un mercato molto vivace. A livello globale il settore delle moto vintage sfreccia a 12,4 miliardi di valore e si stima una crescita a oltre 22 miliardi entro il 2032. Tali valutazioni potrebbero tuttavia essere al ribasso, dal momento che in questo segmento la maggior parte degli scambi avviene tramite trattativa privata e dunque lontano dai riflettori dei principali canali statistici.
Dal garage alla strada
«Il mercato è vivo e vegeto, soprattutto se comparato a quello delle automobili storiche. Queste ultime si muovono infatti su fasce di prezzo più alte, che presuppongono costi di gestione altrettanto onerosi. Le moto invece sono più trasversali, dunque attirano una platea ampia, variegata, alimentando un collezionismo da utilizzo, più che da vetrina. Oggi chi le acquista manifesta la volontà di godersi il mezzo su strada, benché con le dovute attenzioni», spiega a Moneta Tommaso Marchiaro, Division Chair di Aste Bolaffi. A raccontare molto del dinamismo delle due ruote da collezione è anche il profilo degli appassionati: dall’ottantenne che custodisce memorie meccaniche (nel garage c’è sempre posto per un nuovo arrivo) al trentenne che insegue il mito dei modelli simbolo, quelli che hanno fatto la storia e che ancora oggi suscitano emozioni. «Gli oggetti del desiderio spaziano dai mezzi più semplici e accessibili fino ai veri capolavori della tecnica», prosegue l’esperto.

Nei mesi scorsi Bolaffi ha battuto all’asta bolidi pregiati e anche pezzi meno visti: scrambler giapponesi degli anni Settanta mai arrivate in Europa, sportive inglesi e italiane da corsa, come la rara Matchless G50 o la Moto Guzzi 500 Gtv. Sono stati assegnati anche esemplari curiosi come alcune Itajet pack pieghevoli da barca. Sul rettilineo degli investimenti di recente sono sfrecciate pure moto da record. Lo scorso febbraio una storica Cyclone V-Twin del 1915 è stata venduta a Las Vegas da Mecum Auctions per 1,3 milioni di dollari, mentre una Harley Davidson Strap Tank del 1908 è stata ceduta per circa 935mila dollari.
«I maggiori successi di mercato ruotano attorno a tre tipologie di mezzi, che rappresentano i pilastri del settore. Il primo sono le moto sottocanna storiche, l’eccellenza del motociclismo d’antan, poi ci sono le moto degli anni Settanta e Ottanta, destinate per lo più a una fascia altospendente che si accaparra dei piccoli tesori motorizzati. E infine c’è un ampio segmento mosso dalla curiosità nei confronti di modelli legati alla storia e a fenomeni di costume», argomenta Marchiaro, citando al riguardo la Vespa, le Lambrette e i mitici Ciao Piaggio. «Sono pezzi prodotti in grande serie, che dunque non hanno l’ambizione della rarità. Tuttavia vanno forti nelle compravendite, dove raggiungono cifre significative». Oggi una Vespa serie Px/Pe in buone condizioni e pronta all’uso può finire sul mercato per oltre 10mila euro. A poco meno si può portare a casa una Lambretta 125 A conservata con tutti i crismi, oppure una Ancillotti Scarab 125, sogno dei sedicenni negli anni Settanta. Per gli amanti del fuoristrada, la scelta potrebbe ricadere su una rombante Ktm Gs 50 da veri intenditori.

«Fino a qualche anno fa, a determinare il valore di un mezzo era soprattutto lo stato di conservazione, oggi invece conta sempre più lo stato documentale. In passato molti collezionisti alla vecchia maniera acquistavano o cedevano le loro moto senza preoccuparsi troppo di questo aspetto, che invece ora è molto importante», sottolinea l’esperto di Bolaffi, spiegando però che a eventuali lacune su questo fronte si può sempre rimediare, evitando così il rischio di vedere svalutato il proprio bolide in un’eventuale contrattazione. «Oggi la procedura per reimmatricolare e ritargare i mezzi senza documenti è più lineare, ma anche più onerosa».
In fase di trattativa, va inoltre considerata un’altra regola aurea del collezionismo a motore: «C’è più mercato per una moto ben conservata che per una iper-restaurata, perché l’autenticità è sempre preferibile all’effetto “trucco e parrucco”. Se poi mancano pezzi meccanici non più in produzione, sostituirli non è ovviamente un oltraggio. Il buon senso deve sempre prevalere anche in questi casi». La crescente passione per le due ruote d’epoca, peraltro, la dice lunga anche rispetto alla strada imboccata dal mercato del nuovo, che in nome dell’ambientalismo applicato alla mobilità sta proponendo ai consumatori una serie di modelli elettrici. Il risultato è che i centauri non solo li rifuggono, ma continuano a coltivare il mito delle due ruote vintage, quelle che dietro di sé lasciano una scia di benzina e di fascino senza tempo.

Numeri positivi
Proprio nei mesi scorsi, il registro storico della Federazione Motociclistica Italiana ha raggiunto la quota delle 300mila iscrizioni con l’inserimento di una moto Guzzi 350 del 1957 appartenente all’esercito italiano. Nel 2020 il catalogo aveva superato le 250mila moto iscritte grazie a una Yamaha Fzr 750R del 1989. In cinque anni, dunque, i mezzi registrati sono aumentati del 20% e la tendenza è oggi quella di una costante crescita. «Tutti gli indicatori ci suggeriscono che il mercato delle due ruote heritage avrà futuro, anche perché è cambiato pure il tipo di collezionismo. Prima ad acquistare erano per lo più gli accumulatori seriali, oggi invece la scelta è sempre più selezionata e i cultori puntano innanzitutto al piacere di avere tra le mani un pezzo di storia e di ingegneria meccanica», conclude Marchiaro.
La direzione è dunque quella di un mercato sempre più d’élite? «Forse – chiosa l’esperto – ma sono convinto che la tecnologia elettrica non spegnerà mai la passione per il motore termico. Sono due mondi molto diversi, destinati a convivere, non a escludersi». Il ruggito sotto la sella continuerà a incantare come ha sempre fatto: tra pistoni in movimento e cilindri che pulsano, la scintilla degli affari sarà sempre pronta ad accendersi.
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