Il grande casinò globale delle scommesse sportive non conosce battute d’arresto. E l’Italia, in questa partita miliardaria, gioca da protagonista. Con oltre 157 miliardi di euro giocati nel 2024 e una crescita annua del 6,5%, il nostro Paese si conferma leader europeo per raccolta, con un sistema che genera valore, occupazione e innovazione. Non si tratta solo di numeri: è la struttura di un’intera industria che si consolida, come attestato da un report di Eurispes che mette in luce potenzialità e criticità del settore.
Il Gross Gaming Revenue ha raggiunto 21,5 miliardi di euro nel 2023, confermando il gioco legale come una fonte stabile di gettito fiscale e una leva per lo sviluppo economico. La crescita non è frutto del caso, ma il risultato di un equilibrio costruito nel tempo tra innovazione, controllo e responsabilità.
Il vero motore? Il gioco online, che ha superato i 92 miliardi di raccolta nel 2024, rappresentando oltre il 58% del totale. Un trend alimentato dalle nuove generazioni, sempre più connesse, che scelgono piattaforme digitali per vivere un intrattenimento immediato, interattivo e sicuro. Il 50% dei conti online è oggi nelle mani degli under 35: un segnale chiaro di come il comparto abbia saputo evolversi e parlare il linguaggio del presente.
Il calcio, con il 75% delle giocate, resta lo sport dominante, seguito da basket e tennis. Ma sono in forte crescita anche gli eSports e il social betting, nuove forme di partecipazione che arricchiscono l’offerta e attraggono segmenti di pubblico sempre più ampi. Le scommesse live, che ormai rappresentano il 60% del mercato online, sono la dimostrazione di un’industria in grado di innovare costantemente.
Mentre il canale digitale accelera, la rete fisica continua a svolgere un ruolo strategico, che tuttavia sta attraversando una fase calante se non addirittura di crisi. La presenza sul territorio degli operatori autorizzati è un presidio di legalità e rappresenta una garanzia contro il rischio di derive illegali o incontrollate. È anche uno snodo importante per l’occupazione e per l’indotto legato alla filiera del gioco.
Il confronto europeo mostra un panorama frammentato, con modelli molto diversi. Da un lato i mercati liberalizzati, come Regno Unito e Malta, attraggono capitali e innovazione ma faticano a tenere sotto controllo gli eccessi. Dall’altro, i monopoli pubblici dei Paesi nordici tutelano i consumatori, ma risultano poco attrattivi per gli operatori. L’Italia si distingue per un modello misto, capace di sostenere la crescita senza rinunciare alla regolazione. Una via mediana che si sta dimostrando vincente.
Certo, esistono anche sfide e criticità. Il gioco problematico è una questione da affrontare con serietà, ma va detto che il settore ha già messo in campo strumenti concreti: autoesclusione, limiti di spesa, sistemi di tracciamento e tecnologie predittive sono solo alcune delle misure attive per garantire un’esperienza responsabile e controllata. Gli operatori stanno investendo sempre più in soluzioni digitali e progetti educativi, dimostrando di saper coniugare crescita e responsabilità.
Le tecnologie emergenti rappresentano una grande opportunità. L’intelligenza artificiale consente una gestione dinamica delle quote e una personalizzazione dell’offerta sempre più efficace. I big data e il monitoraggio comportamentale migliorano l’esperienza dell’utente e rafforzano la prevenzione. La blockchain, infine, apre a modelli di trasparenza e sicurezza che possono consolidare ulteriormente la fiducia degli utenti. L’intero ecosistema si muove verso standard sempre più elevati, anche in termini di conformità, legalità e sicurezza.
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