Simbolo di una storica sconfitta e, insieme, di un’epoca che ha plasmato l’Europa moderna, la celebre spilla di diamanti appartenuta a Napoleone Bonaparte è tornata a far parlare di sé. Ieri, la casa d’aste Sotheby’s di Ginevra ha battuto il prezioso gioiello per 3,5 milioni di franchi svizzeri, pari a circa 4,1 milioni di euro, un valore che ha ampiamente superato la base d’asta iniziale.
Leggi anche: Se il diavolo veste oro e pietre rare: le star del cinema brillano su misura
Realizzata nel 1810, la spilla è un capolavoro di oreficeria imperiale: una composizione circolare di 4,5 centimetri di diametro, con al centro un diamante ovale da 13,04 carati, circondato da oltre cento diamanti disposti su due file concentriche. Fu commissionata per decorare il celebre bicorno dell’imperatore e divenne, suo malgrado, protagonista della disfatta di Waterloo.
Leggi anche: Con le cipolle la passione fa tic-tac nel taschino
Secondo i resoconti storici, il gioiello sarebbe stato abbandonato in una carrozza impantanata durante la fuga di Napoleone nel 1815, per poi essere recuperato e consegnato come trofeo al re di Prussia Federico Guglielmo III tre giorni dopo. Oggi, oltre al suo valore economico, la spilla rappresenta un simbolo tangibile della caduta dell’Impero francese e dell’ascesa della potenza prussiana.
La vendita si inserisce in un’asta di eccezionale rilievo storico ed economico, che ha visto protagonisti altri pezzi di grande valore legati alle corti europee. Tra questi, spicca un berillo verde da 132,66 carati, indossato dallo stesso Napoleone durante la cerimonia di incoronazione del 1804, aggiudicato per 838mila franchi svizzeri (circa 980mila euro).
Nel medesimo lotto figuravano anche un anello con diamante rosa chiaro da 13 carati appartenuto alla principessa ottomana Neslishah Sultan, e una parure di perle naturali e diamanti di provenienza europea.
Per il mercato del lusso e dell’investimento in gioielli storici, la vendita di Ginevra segna un nuovo punto di riferimento. I collezionisti mostrano crescente interesse per oggetti che uniscono valore materiale e memoria storica, un segmento che continua a performare in modo solido anche in una fase di volatilità dei mercati.
© Riproduzione riservata