Uno scrigno forte di 36,5 miliardi di euro di asset in gestione. A tanto ammonta, secondo i dati aggiornati al secondo trimestre 2025, il patrimonio che fa capo a Generali Real Estate, la divisione che gestisce gli oltre 2mila immobili del Leone di Trieste. Si tratta di cespiti di pregio allocati in tutta Europa, dalle Procuratie Vecchie di Venezia, alla Tour Saint-Gobain di Parigi fino alla One Fen Court di Londra e Piazza Venezia 11 a Roma. Certo non mancano immobili di grande valore anche a Milano, dove sono diversi gli asset che si distinguono a partire dalla moderna CityLife, con la Torre Hadid. Ma anche il Cortile della Seta, il Palazzo delle Generali in largo Augusto 8 e il complesso di Piazza del Carmine solo per citarne alcuni.
L’amministratore delegato delle Generali, Philippe Donnet, da tempo sta guardando con attenzione allo sviluppo della divisione asset management. È noto il tentativo, destinato a finire su un binario morto dopo la scalata di Mps su Mediobanca, di creare un’alleanza con i francesi di Natixis. Iniziativa che aveva agitato non poco il governo, preoccupato che una parte consistente di risparmi italiani potesse finire sotto il controllo di una società straniera. Sta di fatto che, una volta cambiati i vertici del primo azionista Mediobanca, il vento sta girando velocemente. Uno dei primi effetti è la nomina di Giulio Terzariol come nuovo direttore generale e deputy ceo – con tanto di supervisione su Banca Generali, l’istituto del risparmio gestito del gruppo – che lascerà il ruolo di ceo insurance del gruppo.
Stati Uniti
Donnet, espressione della vecchia Mediobanca, non intende comunque finire all’angolo. Secondo indiscrezioni raccolte da Moneta, il ceo starebbe valutando di cedere alcuni cespiti di prestigio a Milano e Roma. L’idea sarebbe di fare cassa per continuare ad alimentare la campagna di espansione dell’asset management negli Stati Uniti. Un mercato dove il Leone sta sgomitando parecchio per ingrandirsi, tant’è che a gennaio di quest’anno Generali Investments ha acquisito la maggioranza di Mgg Investment Group, una società statunitense specializzata nel credito privato diretto nel middle market, con oltre 6,5 miliardi di dollari in gestione. L’anno prima c’era stata l’acquisizione, di taglio ancora maggiore, di Conning Holdings che aveva 157 miliardi di asset gestiti. La tentazione è forte, anche perché l’anno scorso ha fatto molto parlare l’acquisizione – da parte del gruppo del lusso Kering dal fondo Blackstone – del palazzo di via Montenapoleone 8 per la cifra fantasmagorica di 1,3 miliardi di euro. Un piano di dismissioni di alcuni immobili ben selezionati potrebbe quindi portare nelle casse del Leone cifre alquato significative.
Uscita anticipata
Del resto, nel comunicato sui conti trimestrali diffuso lo scorso giovedì 13 novembre, velatamente si fa capire che la strategia del gruppo resta orientata verso questo obiettivo. «Gli investimenti selezionati in private e real asset continuano ad avere un ruolo importante nella strategia di Gruppo – si legge nella nota – che mantiene comunque un approccio prudente che tiene conto della minor liquidità di tali strumenti. Nel real estate, il Gruppo persegue una politica di diversificazione geografica e settoriale, monitorando e valutando attentamente le opportunità di mercato e la qualità degli attivi». Quanto all’asset management, la compagnia fa sapere la volontà di continuare ad «ampliare l’offerta di prodotti, in particolare su real asset e private asset, a potenziare le competenze distributive e a estendere la presenza in nuovi mercati, anche grazie all’acquisizione di Conning Holdings Limited e delle sue controllate, completata ad aprile 2024».
Tuttavia, per quanto una Generali espansionista e dinamica sia sempre stata desiderata dai soci, la volontà di cedere cespiti di prestigio in un mercato dinamico e in crescita come quello di Milano non sarebbe molto ben vista dai nuovi azionisti di controllo. Da vedere, ora, come reagirà Donnet, dal momento che, se volesse forzare la mano e proseguire nelle dismissioni, potrebbe innescare tensioni capaci di accelerare la sua uscita dalla guida del gruppo.
Leggi anche:
Generali: i profitti corrono a 3,3 miliardi
Nomine in Generali, la psicologa esperta di induismo e ipnosi che sussurra a Donnet
© Riproduzione riservata