Mentre continua la protesta degli operai dell’ex Ilva il ministro delle Imprese Adolfo Urso torna a parlare della possibile presenza di un soggetto pubblico nella compagine azionaria del futuro siderurgico e conferma la causa da 5 miliardi contro l’ex socio Arcelor Mittal, anticipata mercoledì dal Giornale.
Soggetto pubblico
In audizione alla Camera ,e in attesa delle nuove manifestazioni di interesse, Urso ha spiegato che “ove richiesto dagli operatori che stanno partecipando alla gara internazionale e ove necessario, il Governo è pronto a valutare l’intervento di un soggetto pubblico a supporto del piano industriale”. Questo “nel pieno rispetto della normativa europea e secondo le procedure di gara per assicurare la continuità produttiva degli stabilimenti e il processo di decarbonizzazione”. In pole sarebbero Cdp o Sace, mentre un secondo coinvolgimento di Invitalia sarà probabilmente da escludere.
In parallelo, il ministro ha confermato che “il piano industriale alla base della procedura di gara resta quello iniziale che recepisce in vincolo alla decarbonizzazione previsto dal bando”.
Bolletta salata
Il Governo sta intanto lavorando alle condizioni abilitanti nella consapevolezza che la fornitura e il costo dell’energia è il fattore più critico. “La tecnologia green ha bisogno del gas. In un contesto in cui non risulta praticabile la soluzione della nave rigassificatrice, in ragione delle posizioni espresse dagli enti locali, stiamo lavorando alle condizioni per un rifornimento terrestre di gas che possa risultare sostenibile economicamente. Allo stesso tempo stiamo predisponendo le condizioni per interventi di nuova industrializzazione delle aree libere sia a Taranto che a Genova”.
In tribunale
Quanto alla causa, Urso ha chiarito che “i commissari hanno trovato uno stabilimento in condizioni disastrose: solo un altoforno era ancora attivo con un approvvigionamento di quattro giorni e senza un futuro produttivo a causa della mancanza di una autorizzazione ambientale in linea con le previsioni Ue. In pratica – ha detto – non aveva titolo a produrre. I danni quantificati in 5 miliardi sono tra mancata manutenzione e vendita di quote Ets vendute”.
Leggi anche:
Ex Ilva, a Genova gli operai bloccano autostrada e aeroporto
© Riproduzione riservata