È passato poco più un anno da quando la premier Giorgia Meloni ha presentato a 46 Paesi africani e 25 istituzioni multilaterali il Piano Mattei, il progetto strategico dell’Italia per rafforzare i legami con l’Africa attraverso cooperazione, sviluppo e investimento. Nelle 102 pagine del piano, Roma punta a rilanciare la cooperazione con il Continente seguendo un modello non «predatorio» bensì «da pari a pari».
Cooperazione con l’Africa a 360 gradi, dove svolgono un ruolo di primissimo piano due temi: energia e agricoltura. Tra le altre direttrici di intervento figurano istruzione, sanità, acqua, e infrastrutture. Nei capitoli dedicati a ciascuna direttrice sono presentate le potenzialità dell’Africa, i vantaggi che potrebbero derivare da una maggior cooperazione con l’Italia, e gli ambiti prioritari su cui il governo intende finanziare i primi interventi. Largo spazio viene lasciato a considerazioni sulla sostenibilità, sulla rilevanza degli interventi per la transizione ecologica e la crisi climatica. In una prima fase, il Piano procederà con progetti pilota che coinvolgeranno nove paesi: quattro del quadrante nord africano (Egitto, Tunisia, Marocco e Algeria) e cinque del quadrante subsahariano(Kenya, Etiopia, Mozambico, Repubblica del Congo e Costa d’Avorio).
In una seconda fase, si amplierà in modo incrementale ad altri paesi. Il governo dovrà trasmettere al Parlamento una relazione attuale sullo stato di attuazione degli interventi del Piano Mattei entro il 30 giugno di ogni anno. E, quindi, il primo bilancio sarà tra poco più di un mese. Al momento, le risorse stanziate per il piano sono quadriennali e ammontano a 5,5 miliardi di euro: 3 miliardi provengono dal Fondo italiano per il clima e 2,5 miliardi dai fondi destinati alla cooperazione allo sviluppo. Di recente, il Piano Mattei è stato uno dei temi centrali anche alla riunione di primavera dell’Fmi 2025, che si è svolta a Washington dal 21 al 26 aprile.
A Washington l’Italia e la Banca Mondiale hanno sottoscritto un accordo per lo sviluppo sostenibile in Africa, che prevede un aumento del 25% del sostegno finanziario italiano all’IDA, l’unità della Banca Mondiale che assiste i Paesi a basso reddito. «Le sfide dell’Africa – ha spiegato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti – richiedono azioni, non parole. Questa partnership garantisce che il Piano Mattei produca un impatto concreto in tempi rapidi». Ai colloqui dell’Fmi ha partecipato anche il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, secondo cui «il Piano Mattei mira a promuovere lo sviluppo e ridurre la povertà grazie a progetti di investimento concreti». L’iniziativa Mission 300 della Banca Africana di Sviluppo entro il 2030 porterà energia a prezzi accessibili a 300 milioni di africani.
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