Sono 320 le società di Piazza Affari che potrebbero rientrare nel radar del Fondo Nazionale Strategico Indiretto (Fnsi), il fondo promosso dal Ministero del Tesoro (Mef) e gestito da Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) per iniettare nuova liquidità alle quotate e sostenere la loro crescita. Si tratta per lo più di aziende di dimensioni contenute che fanno fatica ad attrarre i capitali degli investitori. In particolare, i potenziali target riguarderebbero 44 aziende del listino Ftse Mid Cap, 79 del più piccolo Ftse Small Cap e ben 186 Pmi presenti sull’Euronext Growth Milano, il listino che raccoglie appunto le piccole e medie imprese. E’ ciò che emerge dallo studio ottenuto in anteprima da Moneta: “Regolamento “Fondo di fondi”: analisi Mid-Small Cap quotate sul mercato regolamentato e su Euronext Growth Milan. Valutazioni e prospettive in vista del Fondo Nazionale Strategico Indiretto”, condotto da IRTOP Consulting.
Il fondo a sostegno delle Pmi
La struttura del Fondo Nazionale Strategico Indiretto prevede un modello di partenariato pubblico-privato: Cdp investirà 350 milioni di euro, suddivisi in dieci fondi chiusi di nuova costituzione; almeno altrettanti deriveranno da banche, Sgr e investitori professionali. Il tutto con l’obiettivo di creare un ecosistema finanziario dinamico che promuova la crescita sostenibile delle aziende italiane, attirando capitali sia nazionali che internazionali. Come spiegato nell’articolo di Moneta pubblicato a inizio maggio, almeno il 70% del portafoglio dovrà riguardare azioni di Pmi di Piazza Affari. Ecco spiegata la numerosità delle quotate Euronext Growth Milano (186 titoli su 320, appunto) nel target investibile, mentre in termini di capitalizzazione primeggiano le Mid Cap. A livello settoriale, sono quattro i comparti che faranno la parte del leone, coprendo circa la metà della capitalizzazione complessiva: manifattura 15%, utility 14%, servizi commerciali 12% e tecnologia elettronica 9%.
Un potenziale da esprimere
L’iniziativa del Fondo Nazionale Strategico Indiretto si colloca in un momento in cui il mercato azionario italiano è caratterizzato da valutazioni a sconto rispetto alle medie storiche. Dallo studio di IRTOP Consulting emerge, infatti, che, mediamente, le valutazioni delle società italiane quotate risultano a sconto, con un livello di discount particolarmente ampio per Pmi, intorno al 46%, e per le Small Cap del 21%.
Non solo. Le piccole di Piazza Affari, quotate sul listino Euronext Growth Milano (ex Aim Italia), mostrano una redditività più elevata (19,9% di margini Ebitda rispetto al 14,1% delle Small Cap) e tassi di crescita – sia storici che attesi – più elevati. In particolare, le aziende a piccola capitalizzazione hanno registrato nell’ultimo quadriennio un tasso di crescita annuo (Cagr) del 13% e quello atteso per il prossimo biennio è +8%, mentre le Pmi dell’Euronext Growth Milano hanno segnato un Cagr storico del 23% con una previsione nel biennio 2025-2026 del +19%. Ciò conferma che questo listino di Borsa Italiana accoglie società growth.
Tuttavia, i margini di miglioramento per rendere queste quotate attraenti agli occhi degli investitori è ancora lunga. “L’efficiente allocazione delle risorse del «Fondo di Fondi» su Small Cap e società Growth richiede dimensioni degli emittenti più appealing – osserva Anna Lambiase, ceo di IRTOP Consulting – occorre agire attraverso operazioni di M&A e ampliare il flottante anche attraverso aumenti di capitale”.
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