I fondi vanno in campeggio. Anzi, per la precisione, hanno deciso di scegliere il turismo all’aria aperta: con questa espressione non si intende solo una vacanza in tenda, ma anche l’utilizzo di camper, roulotte, bungalow all’interno di villaggi turistici, agriturismi e rifugi di montagna, senza dimenticarsi del glamping, il campeggio di lusso che unisce il piacere del contatto con la natura al comfort di un albergo. Si tratta di un trend in crescita, sul quale diversi fondi hanno deciso di investire. Tra le operazioni più recenti, vale la pena citare quella che si è chiusa all’inizio del mese di maggio e ha visto protagonista Human Company, realtà di primo piano nel settore dell’ospitalità all’aria aperta. La società ha infatti stretto una partnership con Clessidra, operatore italiano di private equity, e Hines, attiva nell’immobiliare, che ha operato attraverso una joint venture guidata da fondi gestiti da Apollo. Con un aumento di capitale di 120 milioni di euro, questi operatori sono entrati con una quota di minoranza nel capitale di HU Holding (società costituita dal gruppo Human Company) con l’obiettivo di contribuire al piano industriale dell’azienda. Nei prossimi anni sono previsti investimenti per oltre 350 milioni di euro: un piano ambizioso, che ha catturato l’interesse dei fondi. «Per Clessidra l’investimento sancisce l’ingresso in un nuovo segmento di mercato ad alto potenziale di crescita, sostenuto da macro-trend strutturali di lungo periodo», ha spiegato a Moneta Marco Carotenuto, managing director di Clessidra Private Equity Sgr. «Siamo un fondo generalista che da oltre vent’anni investe in Italia in diversi settori. Cerchiamo quindi nuove opportunità in ambiti che, oltre a garantire buoni ritorni, offrano anche determinate caratteristiche strategiche». In quest’ottica, prosegue Carotenuto, il comparto è sembrato particolarmente attrattivo, «innanzitutto per la sua resilienza in contesti macroeconomici e geopolitici incerti: è infatti un campo meno esposto di altri a forti impatti esterni. Inoltre, si tratta di un settore ancora molto frammentato, che nei prossimi anni avrà bisogno di un processo di consolidamento».
«Siamo convinti che oggi il turismo open air abbia grandi potenzialità di sviluppo sia in Italia che in Europa», conferma Mario Abbadessa, senior managing director, head of transactions Europe e head of Italy per Hines. «Riflette le esigenze del mercato, che si orienta verso soluzioni di vacanza sostenibili e cresce a tassi elevati. Gli attori in campo si stanno strutturando con capitali e competenze anche in ambito real estate e infrastrutturale. Una recente ricerca di Clearwater, stima per l’Italia un valore del mercato al 2027 di 1,3 miliardi di euro con un tasso di crescita annuo del 5,9%, che porterebbe l’Italia a essere il secondo mercato in Europa. Quest’ultima dovrebbe invece raggiungere un valore di 9 miliardi di euro». L’investimento in Human Company potrebbe essere il primo tassello in Europa che permetterà a Hines di «valutare il turismo open air quale nuova asset class di riferimento». In effetti, dati alla mano, il settore presenta un trend di crescita importante. Secondo l’edizione 2025 dell’Osservatorio del turismo outdoor, in Italia l’impatto economico diretto quest’anno si attesterà attorno ai 4,97 miliardi di euro (cifra che corrisponde alla spesa dei turisti che hanno scelto queste formule di villeggiatura). Si prevedono 67,7 milioni di presenze, un dato in linea con l’andamento dei flussi turistici dell’ultimo anno. A trainare il comparto sarà ancora una volta il mercato estero, per il quale si prevedono oltre 38 milioni di arrivi, in aumento rispetto al 2024. Come riporta l’analisi condotta da Clearwater, la crescita del settore ha già attirato l’attenzione del private equity, tanto che negli ultimi anni quasi tutti i principali operatori europei sono stati oggetto di investimento da parte di fondi. L’anno scorso, ad esempio, The Equity Club aveva rilevato il 40% del capitale sociale di Club del Sole (operatore proprietario di 23 camping-village) da NB Aurora, che a sua volta aveva investito nella società nel 2018.
Nel 2021 era stata la volta della Francia: PAI Partner era entrato con una quota di minoranza in European Camping group e InfraVia aveva investito in Sandaya. Il trend non è sfuggito neanche al colosso del private equity KKR, che aveva acquisito l’olandese Roompot per oltre un miliardo di euro. Che sia con una quota di maggioranza o di minoranza (come nel caso di Human Company), questi interventi avvantaggiano le aziende non solo dal punto di vista finanziario, ma anche da quello gestionale, con l’inserimento di professionisti e l’implementazione di sistemi di controllo.
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