Il New York Times ha siglato un importante contratto pluriennale con Amazon. Al cuore di questa collaborazione si trova l’intelligenza artificiale. La rinomata testata americana, infatti, metterà a disposizione i propri materiali giornalistici «attraverso diverse esperienze dedicate alla clientela Amazon», come riportato nel comunicato ufficiale.
I possessori di Alexa, ad esempio, potranno consultare sintesi e brevi estratti dei pezzi giornalistici direttamente attraverso il celebre assistente vocale (anche mediante i dispositivi Amazon Echo), con rimandi agli articoli originali tramite collegamenti ipertestuali. «La partnership renderà i materiali originali del New York Times più fruibili per i clienti attraverso i prodotti e servizi Amazon, compresi i collegamenti diretti alle pubblicazioni del Times», si precisa ulteriormente nel comunicato. Dunque non soltanto gli articoli del quotidiano, ma anche contenuti provenienti da Nyt Cooking e materiali da The Athletic, la sezione sportiva. Inoltre, gli articoli e i contenuti verranno impiegati per sviluppare l’intelligenza artificiale interna di Amazon.
«L’intesa è in linea con il nostro principio radicato per cui il giornalismo di eccellenza deve essere remunerato», ha affermato in una comunicazione interna Meredith Kopit Levien, amministratore delegato della testata. «Questo rispecchia il nostro metodo finalizzato a garantire che il nostro operato sia opportunamente riconosciuto, sia mediante intese commerciali che attraverso la tutela dei nostri diritti di proprietà intellettuale».
Il richiamo che Kopit Levien fa alla «tutela dei diritti di proprietà intellettuale» non è fortuito, naturalmente. Il New York Times sta tuttora sostenendo uno scontro giuridico contro OpenAI e Microsoft. A dicembre 2023, la testata ha intentato causa contro le due società tecnologiche per violazione del copyright. Le imprese avrebbero sfruttato milioni di articoli per sviluppare l’intelligenza artificiale. Il procedimento è tuttora in corso. A marzo un magistrate federale ha respinto la richiesta di OpenAI di chiudere la causa. Qualunque sia l’esito del procedimento, lo scontro fra il New York Times e OpenAI/Microsoft potrebbe stabilire un precedente storico per le società che operano nell’intelligenza artificiale.
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