Vendite in crescita del 3,5% nel secondo trimestre dell’anno e utile operativo rettificato a sua volta in aumento del 2,9% spingo al rialzo oggi il titolo Campari, che svetta in Piazza Affari con un balzo del 9% in avvio di seduta.
Le vendite del gruppo sono state pari a 1.528 milioni di euro nel primo semestre, +0,1% organicamente e complessivamente del +0,3% segnando un cambio di passo nel secondo trimestre (+3,5% organicamente, +0,3% su variazione totale). L’effetto perimetro è stato del +2% principalmente guidato da Courvoisier e parzialmente compensato dai marchi in distribuzione, mentre l’effetto cambio è stato negativo dell’1,8%.
L’ebit rettificato è stato di 352 milioni, -5,6% organicamente e -2,3% complessivamente; anche qui il secondo trimestre mostra segnali di ripresa: +2,9% organicamente, +3,4% su variazione totale). Il margine di EBIT-rettificato risulta del 23%. L’ebitda rettificato è stato di 427 milioni, -1% organicamente e +1,9% complessivamente (nel secondo trimestre +6,6% organicamente, +6,4% su variazione totale). L’utile netto semestrale è di 206 milioni, in calo del 6% (utile rettificato a 216 milioni, -9,5%).
Impatto dazi non incluso nella guidance 2025
Per il 2025, Campari reitera l’obiettivo di una crescita moderata delle vendite nette organiche e un margine organico a livello di Ebit rettificato stabile, escludendo il potenziale impatto dei dazi.
L’impatto negativo dei dazi, non incluso nella guidance, è stimato in un importo compreso tra un minimo di circa 4 milioni, ipotizzando nessun dazio sui beni importati dall’Europa e la conferma dell’esenzione sui beni importati dal Canada e dal Messico, e un massimo di 45 milioni a livello di Ebit nel 2025 (a livello annualizzato un importo compreso tra zero e 90 milioni) prima di potenziali azioni di mitigazione. Riguardo l’effetto cambio e perimetro, la società spiega che l’indebolimento del dollaro americano potrebbe generare un impatto negativo nel secondo semestre del 2025, mentre l’impatto del perimetro è previsto essere trascurabile a livello di Ebit.
“Il tema dazi resta ancora aperto, confido in una soluzione positiva – ha detto il ceo di Campari, Simon Hunt -. Per quanto riguarda i prezzi, credo che il dollaro debole sia una grande opportunità per il made in Italy: per Campari sarà una leva competitiva importante”. “Il terzo trimestre sarà fondamentale per aumentare la nostra visibilità”, ha aggiunto Hunt.
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