I paesi dell’Opec+, gruppo che comprende anche la Russia e il Kazakistan, hanno deciso, come da attese, di aumentare in maniera sostanziosa la produzione petrolifera da settembre. Nella riunione tenuta in videoconferenza è stata stabilita una crescita di 548mila barili al giorno a partire da settembre. Con questa mossa si azzera il taglio alla produzione deciso nel 2023.
Sullo sfondo c’è la crescente pressione degli Stati Uniti sull’India affinché interrompa gli acquisti di petrolio russo, nell’ambito degli sforzi di Washington per portare Mosca al tavolo dei negoziati per un accordo di pace con l’Ucraina.
Il gruppo, che produce circa la metà del petrolio mondiale, aveva ridotto la produzione per diversi anni per sostenere i prezzi del petrolio. Quest’anno ha cambiato rotta nel tentativo di riconquistare quote di mercato, spinto anche dalle richieste di Donald Trump all’Opec di aumentare la produzione.
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Otto membri dell’Opec+ hanno iniziato ad aumentare la produzione ad aprile con un modesto aumento di 138.000 barili al giorno, seguito da aumenti superiori al previsto di 411.000 barili al giorno a maggio, giugno e luglio e di 548.000 barili al giorno ad agosto. Ciononostante, i prezzi del petrolio sono rimasti elevati, con il greggio Brent che venerdì ha chiuso a circa 70 dollari al barile, in rialzo rispetto al minimo del 2025 di quasi 58 dollari registrato ad aprile. L’OPEC+ ha citato i solidi fondamentali del mercato come motivazione per i più rapidi aumenti della produzione.
Accettando l’aumento di 548.000 barili al giorno a settembre, viene completamente annullato il precedente taglio alla produzione di 2,2 milioni di barili al giorno, consentendo al contempo agli Emirati Arabi Uniti di aumentare la produzione di 300.000 barili al giorno.
L’Opec+ ha ancora in vigore un taglio volontario separato di circa 1,65 milioni di barili al giorno per gli otto membri e un taglio di 2 milioni di barili al giorno per tutti i membri, che scadranno alla fine del 2026.
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