Negli ultimi anni, il settore fintech (tecnologia applicata alla finanza) ha rivoluzionato il modo in cui le persone accedono a servizi finanziari: pagamenti digitali, neobanche, criptovalute, prestiti peer-to-peer e robo-advisory hanno reso più agili, accessibili e democratici i servizi bancari.
Questa innovazione ha, tuttavia, portato con sé nuove vulnerabilità, in particolare per quanto riguarda il riciclaggio di denaro. Il fintech, per sua natura, si basa su modelli digitali, decentralizzati e spesso internazionali, caratteristiche che, se non adeguatamente controllate, possono favorire operazioni di occultamento di fondi illeciti da parte di criminali, reti mafiose o gruppi terroristici.
Ebbene, l’Autorità bancaria europea (Eba) nella sua ultima opinion indirizzata ai legislatori dell’Unione e alle autorità di vigilanza lancia un monito al mondo della tecnofinanza: la rapida crescita degli operatori fintech negli ultimi anni non è stata accompagnata, da parte loro, ad adeguati controlli contro il riciclaggio e il finanziamento al terrorismo e la loro strategia spesso preferisce acquisire clienti a scapito del rispetto delle regole.
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Fattori di vulnerabilità sono anche l’esposizione alla cybercriminalità, il ricorso a servizi outsourcing senza un effettivo controllo e controlli sulla clientela inadeguati. A preoccupare l’Eba è anche il possibile contagio dei rischi alle banche tradizionali che hanno acquistato alcuni operatori fintech. “L’abuso dei servizi di cripto-asset per scopi di criminalità finanziaria – sottolinea il testo dell’Eba – continua a rappresentare un’area di forte preoccupazione.
Questo problema è aggravato da un aumento dei volumi di transazione e da un incremento di 2,5 volte del numero di prestatori di servizi di cripto-asset (Casp) autorizzati nella Ue tra il 2022 e il 2024. Tuttavia, le autorità competenti per il rilascio delle licenze e la registrazione hanno rilevato che alcuni operatori hanno tentato di eludere tali processi, sottraendosi così alla supervisione in materia antiriciclaggio e contrasto al finanziamento del terrorismo. Inoltre, è emerso che molti operatori non dispongono di sistemi e controlli efficaci.
In diversi casi sono state sollevate preoccupazioni anche riguardo all’integrità del management di alto livello e alla trasparenza e adeguatezza degli assetti di governance. Per questo si auspica “un miglior coordinamento e rafforzamento della supervisione, insieme all’applicazione efficace e coerente del nuovo quadro normativo della Ue sui cripto-asset”.
Nella stessa opinion redatta dall’Autorità bancaria europea e indirizzata ai legislatori europei e agli organi di vigilanza si legge anche che l’intelligenza artificiale aumenta le capacità dei criminali nel mettere in campo truffe, riciclaggio e falsificazione di documenti nel settore finanziario dove gli operatori e le banche devono investire in tecnologie avanzate ed esperti.
“L’espansione dei cybercrimini e delle frodi, alimentata dalla sofisticazione tecnologica, continua a superare le capacità difensive del settore”. I criminali utilizzano l’AI per porre in atto riciclaggio di denaro e transazioni ad alto rischio difficili da individuare oltre che “documenti falsi, simulazione di operazioni legali”. Questi attacchi stanno aumentando in volume e velocità rileva l’Eba, e per farvi fronte le banche e gli operatori dovranno utilizzare a loro volta l’AI supportati da una governance robusta, formazione del personale un monitoraggio in tempo reale.
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