Il 3,6% degli europei ha dichiarato di non aver potuto accedere a visite o trattamenti medici, nonostante ne avesse bisogno. Lo certifica l’Eurostat (dati 2024), che attribuisce l’insoddisfazione a tre motivi principali: costi troppo elevati, tempi d’attesa eccessivi e distanza dai servizi sanitari. Il quadro si fa ancora più preoccupante quando si guarda alla cura dentale: il 4,6% degli adulti nell’Unione ha riferito di non aver potuto ricevere l’assistenza odontoiatrica necessaria.
Il paese dove l’accesso alle cure è risultato più difficoltoso è la Grecia, dove oltre un quinto della popolazione (22%) ha segnalato bisogni medici rimasti senza risposta. Seguono, con numeri comunque allarmanti, Finlandia (12%) ed Estonia (11%). Dall’altro lato della classifica, la situazione appare decisamente migliore a Cipro (0,1%), Malta (0,5%) e Repubblica Ceca (0,6%). L’Italia si colloca sotto la media europea, con un tasso del 2,2%.
Le liste d’attesa e il costo delle prestazioni sanitarie sono state, a livello europeo, le cause principali di questo fenomeno. Questi due fattori da soli spiegano oltre la metà dei casi di bisogni medici insoddisfatti: l’1,4% della popolazione ha indicato l’attesa come ostacolo, mentre l’1% ha puntato il dito contro il prezzo delle cure. Più marginali invece la paura, la difficoltà nel trovare un medico affidabile, o l’eccessiva distanza dalle strutture (tutte allo 0,1%).
Il peso delle liste d’attesa è risultato dominante in molti Stati membri: tra questi, Germania, Irlanda, Spagna, Lituania, Austria, Polonia, Slovenia, Slovacchia, Finlandia e Svezia. Il fattore economico è invece emerso come la barriera principale all’accesso alle cure in Belgio, Bulgaria, Grecia, Francia, Italia, Cipro e Romania. E proprio la povertà segna una netta linea di demarcazione: il 6% delle persone a rischio povertà ha dovuto rinunciare a cure mediche, contro il 3% del resto della popolazione. I divari più evidenti si registrano in Grecia, dove la forbice tocca i 12,7 punti percentuali, seguita da Romania (10,7 punti) e Lettonia (9,9). Questi dati raccontano un’Europa che, pur avanzata, fatica ancora a garantire l’accesso equo alla sanità.
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