Finisce l’era di Alberto Nagel al vertice di Mediobanca. L’assemblea degli azionisti di Piazzetta Cuccia che si è riunita stamattina a porte chiuse con la presenza del 78% del capitale, ha respinto la proposta del cda sull’offerta pubblica di scambio su Banca Generali. Ovvero l’ultima spiaggia del management per tentare di sbarrare la strada all’offerta del Monte dei Paschi. E ora, come atto quasi inevitabile, sono attese le dimissioni dello stesso Nagel.
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A votare a favore dell’operazione è stato solo il 35% del capitale sociale, rappresentato per il 25% da investitori istituzionali e per il 10% da investitori privati. I contrari sono stati pari al 10% del capitale sociale, sostanzialmente il gruppo Caltagirone, ma decisivi sono stati gli astenuti pari al 32% del capitale sociale, di cui il 20% Delfin della famiglia Del Vecchio, 5% Casse Previdenziali italiane (Enasarco, Enpam, Forense), 3% investitori istituzionali (Amundi, Anima, Tages), 2% Edizione Holding e anche il 2% di Unicredit.
In un comunicato, Nagel ha ringraziato “tutti coloro che in questi anni hanno creduto e sostenuto il processo di forte crescita e trasformazione di Mediobanca e che hanno supportato l’operazione Banca Generali come ulteriore e definitivo tassello nella creazione di un wealth Manager di respiro internazionale”. Secondo il banchiere si tratta di “un’opportunità mancata per effetto del voto espresso, in particolare, da azionisti che, anche nell’attività di engagement, hanno manifestato un evidente conflitto di interesse, anteponendo quello relativo ad altre situazioni/asset italiani a quello di azionisti di Mediobanca; risulta, infatti, evidente dal voto che coloro i quali non si sono trovati in questa posizione si sono espressi a favore (mercato in primis), in linea con le raccomandazioni dei proxy advisors internazionali. Si tratta chiaramente di un’opportunità, per ora, mancata per lo sviluppo della nostra banca e del sistema finanziario italiano”.
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Poi Nagel ha assicurato che i vertici continueranno “ad essere concentrati sull’esecuzione del nostro piano One Brand – One Culture convinti della superiore generazione di valore rispetto all’alternativa rappresentata dall’offerta di Mps”. Ma l’incipit della dichiarazione suona molto più come un messaggio di congedo. Di certo, quella arrivata stamattina è una sberla per l’ad di Piazzetta Cuccia. E un’ottima notizia per quello del Monte dei Paschi, Luigi Lovaglio, che aveva già la strada in discesa nell’Ops su Mediobanca.
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