La Francia è “sull’orlo del sovraindebitamento” e il pericolo rappresentato dalla situazione fiscale del Paese è “immediato”. E “ogni ora degli ultimi 20 anni il debito pubblico francese è aumentato di 12 milioni di euro”. L’allarme è stato lanciato lunedì dal primo ministro François Bayrou nella conferenza stampa sulla bozza di bilancio per il 2026. Oggi, 26 agosto, gli ha fatto eco il ministro delle Finanze francese, Eric Lombard, che in una intervista radiofonica ha alimentato l’emergenza: “Vogliamo evitare il rischio di un intervento del Fmi nel caso in cui il Governo cada ma non posso fare finta che questa eventualità non esista”. La Francia come la Grecia?
Nel pomeriggio, Lombard ha cercato di correggere il tiro assicurando che “ad oggi non siamo minacciati da alcun intervento, né da parte del Fondo Monetario Internazionale, né della Banca Centrale Europea, né di alcuna organizzazione internazionale”. Di certo, anche il governatore della Banca di Francia, Francois Villeroy de Galhau, ha chiesto “un vero dibattito pubblico” sul debito e sulle misure per superarlo, sostenendo uno sforzo “equo e condiviso”. Villeroy ha anche invitato l’Europa a “mobilitare le proprie risorse” di fronte al protezionismo americano. Intanto parlano i numeri: la fiducia delle famiglie francesi è diminuita ad agosto, dopo tre mesi consecutivi di stabilità. Lo ha comunicato l’Istituto nazionale di statistica Insee. L’indicatore, che sintetizza la fiducia delle famiglie, è sceso di un punto, attestandosi a 87, il livello più basso da ottobre 2023. La percentuale di famiglie che ritiene opportuno risparmiare nel periodo in corso è in netto calo, ha riportato l’Insee.
Il mercato è preoccupato: gli asset francesi hanno subito vendite per il secondo giorno, il CAC 40 parigino è arrivato a cedere oltre il 2% durante la giornata con banche in forte affanno, per poi chiudere a -1,7% dopo che l’indice era già sceso dell’1,6% lunedì. Quanto alla differenza di rendimento tra il debito decennale francese e quello tedesco – un indicatore chiave del rischio – si è ampliata di tre punti base, raggiungendo i 78 punti base, rispetto ai 70 di fine della scorsa settimana. Lo spread si sta dirigendo verso la chiusura più alta da aprile. E a scappottare sono anche le principali banche francesi, piene di titoli di Stato (i francesi Oat): -6,8%, Credit Agricole a -5,7% e Bnp Paribas a -4,2%.
Giù anche le altre Borse europee. Gli investitori, viene sottolineato nelle sale operative, temono che la Francia possa essere sul punto di innescare una nuova crisi dell’eurozona, e la cosa sorprendente è che ci sia voluto così tanto tempo perché tutti si accorgessero che le finanze pubbliche del paese e la sua economia sono un disastro.
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