“Il Green Deal è la più grande cavolata che abbiamo potuto fare”. Le parole di Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, arrivano nette e senza filtri dal convegno inaugurale del 42esimo Salone Internazionale della Ceramica per l’Architettura e dell’Arredobagno, in corso a Bologna. Una critica durissima all’impianto delle politiche ambientali europee, che sull’onda dell’ideologia hanno affossato interi settori produttivi.
“Quando noi facciamo impresa, quando si lancia un prodotto, si studia l’impatto del prodotto. In Europa non è stato fatto lo studio di impatto di una misura che hanno pensato. Quindi ora dobbiamo andare a mettere a posto cose che sono già state fatte”, ha proseguito Orsini, sottolineando la necessità di un approccio pragmatico e razionale alla transizione ecologica. “Bisogna mettere al centro l’impresa e per farlo servono studi di impatto” sui provvedimenti, ha aggiunto, “prima che siano messi in atto”.
“Serve un patto sociale europeo”
Il numero uno di Confindustria ha poi aperto il suo intervento con un’autocritica: “Dobbiamo delle scuse agli imprenditori perché diciamo oggi cose che abbiamo detto un anno fa”. La politica economica europea – ha quindi spiegato l’imprenditore – deve cambiare passo e coinvolgere tutte le forze politiche in un nuovo equilibrio condiviso. “In Europa serve un patto di responsabilità sociale tra tutti i partiti. E lo dico da europeista convinto, perché non si dica che Orsini non crede più nell’Europa. Io ci credo”, ha aggiunto.
Manovra, Zes e dialogo con il governo
Parlando del rapporto con l’esecutivo, Orsini ha chiarito: “Stiamo lavorando, devo dire in modo concreto” con il governo. Ha poi evidenziato l’impegno del mondo imprenditoriale: “Da parte delle imprese, c’è la volontà di lavorare e fare la propria parte”, soprattutto alla luce dei risultati positivi ottenuti da alcune iniziative già avviate. “Il modello Zes ha funzionato perché è facile, con 4,8 miliardi, 28 miliardi di investimento al Sud, 35mila assunzioni”, ha spiegato.
Piano da 8 miliardi per rilanciare l’Italia
Rispondendo ai giornalisti sulla proposta di un piano da 8 miliardi di euro l’anno per rilanciare il Paese, Orsini ha affermato: “Stiamo lavorando in modo concreto, ad oggi serve anche capire sulle risorse rimaste dal Pnrr e sulla capacità di rimodularle”. Ancora una volta, ha rilanciato il valore del modello Zes: “Al sud ha funzionato, ha fatto sì che il sud abbia fatto da traino al nord». E ha ribadito la disponibilità al dialogo: «Quando veniamo sollecitati, ci siamo per migliorarci”.
Infine, sul tema dei salari, Orsini ha ricordato il legame stretto tra crescita economica e redistribuzione: “Noi abbiamo detto che, secondo noi, la politica giusta è a lungo termine. Noi non entriamo nella parte politica, ma entriamo nel fatto che comunque se c’è uno sviluppo c’è anche capacità di distribuzione”.
“Spesso si parla di salari bassi e per aumentare i salari bisogna fare una cosa semplice, ovvero contratti che vanno verso la produttività e incrementare la produttività delle nostre imprese”, ha sottolineato. “Su questi punti stiamo dialogando con i sindacati, abbiamo già avuto diversi incontri, ne avremo un altro per fare il punto”. Ma per rendere tutto questo possibile, ha aggiunto, “servono incentivi e investimenti, perché non ci dobbiamo dimenticare che dall’altra parte del mondo sono rapidi, veloci e investono”.
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