Luci rosse e coni d’ombra. Il lato oscuro del web si nasconde dietro ammiccanti vetrine digitali che espongono mercanzie in carne e ossa, celate dietro parole suadenti come “accompagnatrice”, “incontro”, “servizi esclusivi”. È la nuova faccia di un vecchio mercato, ripulita (solo in apparenza) e rimodulata a portata di clic. Ma dietro il separé, dove cade il velo dell’ambiguità, si spalanca un abisso in fondo al quale si sviluppano spesso attività criminose difficili da controllare, come il traffico di esseri umani, lo sfruttamento sessuale, il favoreggiamento della prostituzione. Lo raccontano le cronache internazionali, ormai zeppe di casi in cui le autorità statali e federali sono intervenute per chiudere siti web o addirittura per arrestare i gestori di alcune piattaforme.
È accaduto anche negli Stati Uniti: uno dei casi più noti riguarda Backpage.com, sito di annunci che includeva una sezione dedicata ai “servizi per adulti”. Dopo anni di indagini, nel 2018 il portale fu sequestrato dall’Fbi e da altre agenzie federali. Le autorità sollevarono 93 capi d’imputazione contro sette persone, con accuse che includevano il favoreggiamento e la promozione della prostituzione, il riciclaggio di denaro e la tratta. Carl Ferrer, all’epoca ceo e co-fondatore del sito, patteggiò ammettendo di essere a conoscenza del fatto che il portale fosse diventato un enorme mercato online della prostituzione.
Lo stesso copione, con sfumature diverse, si è ripetuto con Rentboy.com, sito per escort maschili smantellato per promozione della prostituzione. Secondo le autorità, la piattaforma da oltre 500mila visitatori al giorno ospitava annunci che proponevano servizi sessuali a pagamento. Pare che il giochetto generasse tanti soldi: migliaia di inserzionisti pagavano infatti fino a 300 dollari al mese, alimentando un fatturato di oltre 10 milioni di dollari stimato tra il 2010 e il 2015. I pubblici ministeri sostennero che Rentboy.com fosse l’equivalente di un bordello online, come dimostravano gli annunci espliciti con foto di nudo, gli elenchi di attributi fisici e le opzioni di prezzo che andavano da 150 dollari l’ora a 3.500 dollari per un fine settimana.
Per contrastare questi e altri casi illeciti, nel tempo gli Usa si sono dotati di normative specifiche come il Travel Act e il pacchetto legislativo Sesta/Fosta del 2018, che ha ampliato le responsabilità penali delle piattaforme online per contenuti legati al traffico di esseri umani. Benché con modalità differenti, anche in Europa si sono registrati simili interventi: in Olanda, ad esempio, nel 2011 vennero chiusi due siti di agenzie escort accusati di sfruttamento, coercizione e traffico di donne. Tra il 2022 e il 2024, con il supporto di Eurojust, sono state smantellate diverse reti criminali transnazionali coinvolte nello sfruttamento sessuale e nella tratta di esseri umani attraverso piattaforme online. Nel luglio 2024, le autorità francesi hanno spento un sito attivo da anni, congelando oltre 5,6 milioni di euro di fondi illeciti. Nel giugno 2022, una rete attiva in Francia, Spagna e Portogallo è stata stroncata per aver promosso servizi sessuali online. E ancora, tra il 2023 e il 2024, è stata colpita una rete che in Romania reclutava giovani donne, anche minorenni, per sfruttarle sessualmente nel Regno Unito e in Irlanda, tramite siti escort e appartamenti affittati; l’operazione ha portato a numerosi arresti, indagini coordinate e sequestri patrimoniali.
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