Nel mezzo di una congiuntura internazionale segnata da crescente incertezza e venti protezionistici, si fa sempre più evidente l’impatto delle politiche commerciali sulle economie più esposte all’export come quella dell’Italia. Secondo un’analisi della CNA basata su dati Ocse, Banca Mondiale e Istat, il valore complessivo del mercato statunitense per l’export italiano – considerando flussi diretti e indiretti – supera i 100 miliardi di euro.
I soli flussi diretti hanno toccato i 67 miliardi nel 2023, mentre quelli indiretti sfiorano i 40 miliardi, con un forte coinvolgimento di settori come meccanica, moda, agroalimentare e automotive, dove la sola componentistica vale circa 7 miliardi l’anno.
Il mercato a stelle e strisce rappresenta il 10,4% dell’export nazionale, ma per le piccole imprese manifatturiere questa quota sale fino al 18%, considerando anche i flussi indiretti. Settori come il tessile e il legno vedono la partecipazione di imprese sotto i 49 dipendenti rispettivamente per oltre il 30% e il 40% del volume esportato. “Le imprese italiane, e in particolare le piccole, sono le più esposte a un eventuale innalzamento dei dazi da parte degli Stati Uniti – sottolinea il presidente di CNA, Dario Costantini – è necessaria l’unità dell’Europa per scongiurare una disputa commerciale che non avrebbe vincitori”.
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