Il ministro delle Finanze tedesco Lars Klingbeil ha affermato che l’Unione europea è “pronta ad adottare contromisure” contro gli Usa se non riusciranno a raggiungere un accordo equo con Trump. “Vogliamo un accordo con gli americani, ma lo dirò chiaramente: l’accordo deve essere equo – ha precisato Klingbeil al Bundestag -. E se non riusciamo a raggiungere un accordo equo con gli Usa, l’Ue deve adottare contromisure per proteggere la nostra economia. I dazi statunitensi minacciano posti di lavoro su entrambe le sponde dell’Atlantico. Questa guerra commerciale ci danneggia tutti e deve concludersi presto”.
“Gli Stati Uniti hanno prorogato la scadenza per l’imposizione dei dazi al primo agosto. Tuttavia, i negoziati tra Ue e Stati Uniti proseguono a livello politico e tecnico per raggiungere un accordo di principio prima di tale data”. Lo ha dichiarato il commissario europeo all’Economia, Valdis Dombrovskis, in conferenza stampa al termine della riunione dell’Ecofin. “Da parte nostra rimaniamo concentrati. La scorsa settimana si sono svolti intensi colloqui per un accordo di principio, e sono stati compiuti progressi in tal senso, e stiamo proseguendo i negoziati sia politici che tecnici sul merito. Quindi, in un certo senso, prima riusciremo a raggiungere l’accordo, meglio sarà, perché ciò eliminerebbe l’incertezza che circonda la questione dei dazi”, ha spiegato Dombrovskis.
Nel frattempo, a parlare è stato anche il commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic. Nel suo intervento in plenaria al Parlamento europeo a Strasburgo ha assicurato che Bruxelles continua a collaborare “strettamente” con le controparti statunitensi e che sta “lavorando a pieno ritmo per garantire soluzioni negoziate eque e reciprocamente vantaggiose, ma dobbiamo essere preparati a ogni esito e pronti a riequilibrare le nostre posizioni, se necessario”.
Intanto, da un’ indagine di Bankitalia sulle aspettative di inflazione e crescita realizzata realizzata su un campione di aziende con oltre 50 dipendenti emerge che i giudizi delle imprese sulla situazione economica generale nel secondo trimestre dell’anno “sono rimasti nel complesso sfavorevoli, ma si è ridotto sensibilmente il saldo negativo tra valutazioni di miglioramento e di peggioramento”. Le prospettive sull’andamento della domanda corrente “sono tornate positive per la prima volta dopo tre trimestri, sospinte principalmente dalla componente interna”. Ma questo non fuga i timori sul futuro: “il 32% delle imprese della manifattura e il 12% di quelle dei servizi hanno segnalato ripercussioni negative riconducibili agli annunci e all’applicazione dei dazi statunitensi“.
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