La buona notizia è che la lettera inviata da Donald Trump alla Ue sui dazi al 30% non ha affossato i mercati. Segno che gli investitori scommettono su un accordo di compromesso entro il 1 agosto. Le Borse europee hanno avviato la seduta in calo ma senza drammi: a Piazza Affari il Ftse Mib cede solo lo -0,2%, in flessione più marcata Francoforte (-0,86%) e Parigi (-0,55%). Sale invece Londra (+0,28%), con il Regno Unito che ha già stretto accordi commerciali con gli Usa.
“Abbiamo ancora tempo fino al primo agosto per finalizzare” l’intesa sui dazi con gli Stati Uniti, “quindi i negoziati sono in corso” e “sono certo che la conclusione sarà chiara. Vogliamo un accordo, ma deve essere un accordo equo”, ha detto il ministro degli Esteri della Danimarca, presidente di turno Ue, Lars Lokke Rasmussen, all’arrivo al Consiglio Ue Commercio, evidenziando che “mantenere l’unità” tra i Ventisette “è l’aspetto più importante”. “Se ci troviamo di fronte a dazi ingiustificati, dobbiamo essere pronti a reagire”, ha aggiunto il ministro. “Siamo 450 milioni di cittadini nell’unione doganale europea e questo ci dà un forte potere negoziale. Vogliamo un’intesa, ma ‘se vuoi la pace, prepara la guerra’”, ha sottolineato Rasmussen, ribadendo la necessità di essere “pronti a usare tutti gli strumenti a disposizione nella cassetta degli attrezzi” dell’Ue. “Dovremmo quindi prepararci non solo all’attivazione” della prima lista di contro-dazi congelata fino al primo agosto, ma anche a “nuove” contromisure, ha spiegato.
Intanto, il commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic, avrà un nuovo scambio con le controparti americane oggi sul dossier dei dazi. Lo ha riferito lo stesso capo negoziatore Ue all’arrivo al Consiglio Commercio Ue. “Non riesco davvero a immaginare di rinunciare” a raggiungere un accordo “senza aver fatto un tentativo serio”, ha sottolineato. “Continuiamo a credere che il nostro rapporto transatlantico meriti una soluzione negoziata, in grado di gettare le basi per nuova stabilità e cooperazione. Per questo manteniamo aperto il dialogo con l’amministrazione Usa” in vista della scadenza del primo agosto, ha aggiunto.
A insistere per la linea dura sono Francia e Austria. “Il rapporto di forza oggi deve indurre gli europei a saper dimostrare le contromisure. Le contromisure sono i dazi sui prodotti americani, che devono essere presentati in modo molto concreto. E anche la questione dei servizi e quella delle misure anti-coercizione devono essere sollevate oggi”, ha dichiarato il ministro per il Commercio francese, Laurent Saint-Martin. “Voglio che non ci sia alcun tabù nella capacità di risposta europea. Dal momento in cui si limita, si impedisce un certo numero di risposte, non ci si trova in un equilibrio di potere favorevole ed è qui che forse dobbiamo evolvere il metodo”, ha spiegato rispondendo a una domanda sull’ipotesi di una tassa sul digitale. Duri anche i toni di Vienna: l’Europa deve “preparare le contromisure: sia il pacchetto da 21 miliardi di euro, sia quello da 72 miliardi. E credo sia giusto che prepariamo anche un terzo pacchetto in cui miriamo in particolare alle aziende digitali”, ha detto il ministro austriaco Wolfgang Hattmannsdorfer al suo arrivo al Consiglio Ue Commercio, esortando l’Ue a parlare “con maggiore chiarezza”.
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