Il Documento programmatico di bilancio (Dpb) 2026, inviato dal ministero dell’Economia e delle Finanze alla Commissione europea, delinea una manovra da 18,6 miliardi di euro incentrata su crescita, stabilità dei conti pubblici e sostegno ai redditi.
La strategia di fondo è duplice: mantenere il deficit sotto la soglia del 3% già dal 2025, in anticipo rispetto agli obiettivi europei, e sostenere l’economia con misure mirate a famiglie, imprese e welfare.
Fiducia e occupazione ai massimi
Il Mef descrive uno scenario moderatamente positivo. La crescita acquisita per il 2025 si attesta allo 0,5%, sostenuta da una domanda interna in ripresa e da una maggiore fiducia nei servizi e nella manifattura. La manovra aggiunge 0,1 percentuali di Pil nel 2026 (+0,7% programmatico contro +0,6% tendenziale), grazie al rafforzamento della domanda interna, alla spinta del cuneo fiscale ridotto e al sostegno alla sanità e agli investimenti pubblici. Nei due anni successivi l’effetto positivo è di 0,2 punti di Pil rispettivamente al +1% nel 2027 e al +1,1% nel 2028. Il tasso di occupazione resta su livelli record, mentre la disoccupazione si stabilizza intorno al 6%, il valore più basso della serie storica.
Sul fronte della finanza pubblica, il deficit si riduce al 3% del Pil già nel 2025, aprendo la strada all’uscita anticipata dalla procedura per disavanzo eccessivo. Il debito pubblico seguirà una traiettoria discendente: dal 136,2% del Pil nel 2025 al 137,4% nel 2026, per poi calare al 136,4% nel 2028.
Banche e assicurazioni, 11 miliardi in tre anni
Una delle principali fonti di copertura della manovra è rappresentata dalle misure a carico del settore finanziario e assicurativo. Il Dpb prevede un contributo pari allo 0,19% del Pil nel 2026 e nel 2027, che scenderà allo 0,10% nel 2028.
In valori assoluti significa circa 4,3-4,4 miliardi di euro annui per i primi due anni e 2,3 miliardi nel 2028, per un totale di circa 11 miliardi nel triennio. La misura non è una tantum: il gettito sarà garantito da una combinazione di contributi sugli extraprofitti bancari, prelievi su rendite e polizze vita, e revisione dell’imposta di bollo e sugli intermediari finanziari.
Il ministro Giorgetti punta a rendere strutturale questo apporto, contribuendo così al riequilibrio dei conti pubblici senza incidere direttamente su famiglie e imprese. Le misure su banche e assicurazioni, inoltre, forniscono una copertura stabile di 11 miliardi nel triennio, sostituendo parte delle una tantum usate in passato. Le altre coperture sono rappresentate dalla revisione della spesa ministeriale, che apporterà circa 8 miliardi nel triennio, mentre la rimodulazione del Pnrr libererà oltre 5 miliardi nel 2026, rappresentando la voce di copertura più consistente.
Forza Italia però alza le barricate, tanto che ha annunciato che “non voterà, né in Cdm né in Parlamento, alcuna tassa sugli extraprofitti” perché “Siamo contro ogni imposizione autoritaria che spaventi i mercati, gli investitori italiani e stranieri creando un grave danno economico all’Italia”.
Misure per le famiglie: Isee, caregiver e bonus edilizi
Il capitolo dedicato alle famiglie si conferma uno dei più corposi della manovra. Il Dpb prevede il rafforzamento della misura per le lavoratrici madri con due o più figli e reddito inferiore a 40.000 euro annui, oltre al completamento della riforma del ruolo del caregiver familiare.
Per migliorare l’accesso ai servizi e alle agevolazioni, viene introdotta una revisione dell’Isee: maggiorazioni delle scale di equivalenza per i nuclei con più figli e innalzamento della soglia di esclusione della prima casa. Viene inoltre rifinanziata la “Carta dedicata a te” per il biennio 2026–2027, destinata all’acquisto di beni alimentari di prima necessità.
Sul fronte fiscale, sono prorogate al 2026 le detrazioni per ristrutturazioni edilizie e le esenzioni Irpef per redditi agrari e dominicali, mantenendo così la continuità delle agevolazioni per le famiglie e il comparto agricolo.
Imprese e innovazione
La manovra dedica un ampio spazio alle politiche industriali e alla competitività. Sono previsti nuovi crediti d’imposta per investimenti nelle Zone Economiche Speciali (Zes) e nelle Zone Logistiche Semplificate (Zls), oltre a un incentivo per l’acquisto di beni materiali innovativi mediante la maggiorazione del costo di ammortamento.
Proseguono anche le misure per l’accesso al credito con il rifinanziamento dei contratti di sviluppo e della Nuova Sabatini. Sul piano fiscale, viene prorogata fino al 31 dicembre 2026 la sterilizzazione della plastic tax e della sugar tax, per evitare aggravi sui costi di produzione e sui consumatori.
Pensioni
In tema previdenziale, il Dpb conferma un approccio di gradualità. Per i lavori gravosi e usuranti, sarà sterilizzato l’aumento dell’età pensionabile, mentre per il resto dei lavoratori il requisito salirà in linea con l’aspettativa di vita tra il 2027 e il 2028.
Rimangono attive nel 2026 le misure di flessibilità in uscita come Quota 103 e Ape Sociale, garantendo un equilibrio tra sostenibilità e tutela dei lavoratori più deboli.
Sanità: più risorse e assunzioni
Il settore sanitario riceve un ulteriore impulso. Agli incrementi già previsti di oltre 5 miliardi si aggiungono 2,4 miliardi per il 2026 e 2,65 miliardi annui per il 2027 e il 2028. Le risorse serviranno per nuove assunzioni, migliorare i trattamenti del personale sanitario e potenziare i servizi territoriali.
La spesa sanitaria aggiuntiva corrisponde a circa lo 0,09% del Pil per ciascun anno del triennio.
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Fisco, enti locali e revisione della spesa
Sul fronte del fisco, la manovra riduce la seconda aliquota Irpef dal 35% al 33%, conferma la riduzione del cuneo fiscale e introduce agevolazioni per i premi di produttività sia nel settore privato che in quello pubblico. Sono previste anche misure di sostegno per gli enti territoriali, volte a migliorare la capacità di riscossione e l’efficienza delle amministrazioni locali.
Difesa e fondi straordinari
Il Dpb menziona l’intenzione di utilizzare il nuovo strumento finanziario europeo Safe (Security Action For Europe) per investimenti nella difesa fino a 15 miliardi di euro, nel rispetto degli impegni Nato e Ue.
È inoltre istituito un “Fondo per le sentenze” da 2 miliardi nel 2026, volto a fronteggiare eventuali esiti sfavorevoli di contenziosi, tra cui quello con Tim sul canone del 1998.
Una manovra equilibrata
Il Documento programmatico di bilancio 2026 disegna una manovra prudente ma ambiziosa, costruita su entrate strutturali e spese mirate. Il governo punta a conciliare sostegno alla crescita e rientro dai disavanzi, con un deficit sotto il 3% del Pil, una crescita stabile, e una riduzione graduale del debito a partire dal 2027.
L’obiettivo politico del ministro Giorgetti è chiaro: garantire stabilità finanziaria, consolidare la fiducia dei mercati e rafforzare la coesione sociale in una fase economica ancora delicata, ma orientata alla ripresa.
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