L’Opas di Banca Monte dei Paschi di Siena su Mediobanca “non è una fusione né un’integrazione, ma un’alleanza industriale”, una “combinazione che punta sulla diversità delle due realtà” per creare “una nuova forza competitiva al servizio delle imprese e delle famiglie”. Lo ha dichiarato l’amministratore delegato di Mps, Luigi Lovaglio, durante l’audizione alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario.
Lovaglio ha definito l’accordo con Mediobanca “un progetto innovativo perché punta sulla diversità delle due realtà” e ha sottolineato che l’obiettivo è ampliare la gamma di prodotti e servizi “senza chiusure di filiali né licenziamenti di personale”. Al contrario, ha spiegato, “questo è un progetto che mette insieme due forze, di ampio respiro, e punta sulla crescita dei ricavi, tipico dell’industria”.
Secondo l’ad, la logica è quella di una crescita dimensionale necessaria per competere nel mercato europeo: “Oggi la dimensione non è più un’opzionalità. Serve per fare investimenti in tecnologia, ridurre il costo dei servizi ed essere più vicini ai clienti”. Tuttavia, ha avvertito, “non puoi affacciarti al contesto europeo se non sei forte nel mercato domestico”.
“Il cliente è il sole intorno a cui gira la banca”
Lovaglio ha ribadito la centralità della relazione con la clientela, richiamando il piano strategico di Mps presentato l’anno scorso: “Noi abbiamo detto che la banca gira intorno al cliente, come la Terra gira intorno al Sole. Per me la Terra sono i dipendenti e il Sole è il cliente: senza la luce del Sole noi non saremmo nulla”.
Un modello, quello del credito tradizionale, che secondo il manager resta solido anche in un contesto di innovazione finanziaria e di alternative come le criptovalute. “Il modello tradizionale di banca retail offre l’assicurazione data dalla figura professionale del personale. È un modello che va preservato”, ha affermato.
“Un percorso virtuoso che rafforza il sistema”
Lovaglio ha ricordato come Mps, grazie al lavoro degli ultimi tre anni, sia “oggi protagonista del sistema bancario italiano”, sottolineando che “Montepaschi è la banca con il coefficiente patrimoniale più forte in Europa”.
Il gruppo ha registrato nel primo semestre “una crescita dei finanziamenti al mercato retail e alle Pmi di oltre 3 miliardi”, mentre “la raccolta è aumentata di oltre 4 miliardi dall’inizio dell’anno, superando i 170 miliardi complessivi”.
La nuova entità che nascerà dall’alleanza con Mediobanca, ha spiegato Lovaglio, potrà contare su “oltre 800 miliardi di risparmio gestito, 130 miliardi di finanziamenti e 6 milioni di clienti”, con “un presidio molto forte sui territori e la capacità di partecipare a investimenti industriali di rilievo”.
“È un classico caso in cui uno più uno fa più di due”, ha sintetizzato l’ad.
Il ruolo del Tesoro e la questione Generali
Lovaglio ha anche espresso apprezzamento per la gestione della partecipazione pubblica nella banca: “Credo che quella del Mef sia stata una delle operazioni più brillanti portate a termine dal Governo, in maniera trasparente e a beneficio del mercato”.
Quanto al tema Generali, l’ad ha chiarito la posizione del gruppo: “Generali è un asset molto importante della nostra realtà, anche se pesa un po’ meno che sul bilancio della sola Mediobanca. Rappresenta una parte non correlata con l’attività bancaria, una fonte di reddito che è benvenuta nel nostro conto economico”. Tuttavia, ha aggiunto, “come tutti gli investimenti in cui la banca mette capitale deve dare una redditività positiva”.
Lovaglio ha poi evidenziato che “Generali offre opzioni nel business della bancassicurazione” e che Mps guarda a questo investimento “con un’ottica esclusivamente industriale e di opportunità di ulteriore ricchezza per tutti gli azionisti”.
“Un progetto per creare valore per tutti gli stakeholder”
Concludendo, il ceo ha voluto sottolineare la filosofia alla base del piano: “La regola della casa del gruppo Montepaschi, che ho condiviso anche con Mediobanca, è di generare un euro in più di valore per tutti gli stakeholder – dipendenti, clienti e territori – non solo per gli azionisti”. “Se questo numeretto, il dividendo dell’operazione, continua a crescere – ha aggiunto – è rilevante, perché la cosa importante è la ricchezza che tu crei, la continuità e la sostenibilità”.
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