“La mia posizione è la cosa meno importante e quello di cui dobbiamo preoccuparci oggi è l’interesse degli azionisti. L’operazione che è sul tavolo da Mps è stata giudicata dal nostro cda totalmente inadeguata, non è di me ma dell’offerta che dobbiamo discutere”. L’amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel, intervistato da Bloomberg Tv, ha replicato così a Luigi Lovaglio, ad di Mps, che agli stessi microfoni qualche settimana fa aveva preannunciato il suo licenziamento. Lo scorso 16 luglio, infatti, Lovaglio aveva detto – rispondendo a una precisa domanda dell’intervistatrice e senza citarlo direttamente per nome – che Nagel “sta mostrando di non essere interessato al progetto. L’ho chiamato e non mi ha risposto al telefono, quindi penso che dovremo guardare a un nuovo ceo e sarà una persona brillante, di livello internazionale, che farà tutto il suo meglio per mantenere e motivare tutto il personale attuale e attrarre i talenti”.
Il banchiere di Piazzetta Cuccia ha poi ribadito che per il management di Mediobanca l’Ops del Monte “non ha senso dal punto di vista finanziario e industriale ma è comune che il governo intervenga nel consolidamento, lo abbiamo vista in Spagna e Germania. Lo abbiamo visto in Italia su di noi e su Unicredit. E’ un nuovo standard e dobbiamo tenerne conto“, ha aggiunto, rispondendo a una domanda sul ruolo del Mef nell’operazione varata da Siena. “Con il governo interagiamo ogni mese per la nostra attività e per il procedimento golden power che è terminato in modo positivo per noi. Il governo ha una quota e una importante rappresentanza nella banca. Volevano creare un terzo polo in Italia, volevano iniziare con Banco Bpm ma poi è finita sotto l’offerta di Unicredit. Così hanno cambiato programma e questo è il motivo per cui c’è questa offerta sul tavolo”, ha detto Nagel.
“Se guardiamo a cosa sta accadendo in Germania e lo sbarramento che Unicredit sta incontrando su Commerzbank e a cosa sta accadendo a Bbva su Sabadell e il follow-up dell’intervento della Ue per limitare l’influenza, non direi che in Italia ne abbiamo uno più importante, è simile ad altri Paesi”, ha proseguito. “E’ un fattore nuovo, non penso che aiuterà il consolidamento: non avremo gruppi bancari più forti in Europa con questi tipi di interventi. Ma è quello che è, dobbiamo prenderne atto”.
Quanto alla mossa di anticipare al 21 agosto l’assemblea su Banca Generali, Nagel ha spiegato di avere avuto “diversi contatti” con Generali. “Ci hanno fornito la documentazione relativa al loro attuale accordo di distribuzione” con l’istituto guidato da Gian Maria Mossa. “L’abbiamo esaminata e abbiamo presentato una proposta per estendere l’accordo a lungo termine, offrendo anche l’esclusività per la nostra rete di distribuzione. Ora siamo in attesa di un loro riscontro, che speriamo di ricevere per il 6 agosto”. Non sono, dunque, ancora chiari i dettagli degli eventuali accordi di partnership con il Leone, la loro durata e il perimetro.
© Riproduzione riservata