Quello fatto stamattina davanti ai banchieri italiani riuniti in Bocconi dal presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, è stato per certi versi un intervento inusuale, molto “di sistema” in un momento in cui proprio quel sistema deve fare i conti con un forte consolidamento in corso ma anche con l’impatto delle guerre – militari e commerciali – sul credito a famiglie e imprese. due passaggi, in particolare, hanno reso il discorso di Patuelli peculiare: il primo, quando numero uno dell’Abi ha poi sottolineato di concordare con il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini: “O viene potenziata l’Ires premiale o viene ripristinata l’Ace per patrimonializzare e incrementare gli investimenti delle imprese”.
Un allineamento tra Abi e Confindustria inedito, cui si è aggiunta la sottolineatura sui rappresentanti dei lavoratori bancari. Patuelli ha, infatti, anche certificato il ruolo dei sindacati per la ripresa delle banche che è maturata grazie anche alle “profonde riorganizzazioni effettuate con i responsabili e costruttivi comportamenti delle organizzazioni sindacali del sistema del settore bancario”. Parole che sono state molto apprezzate dal segretario nazionale della Fabi, Lando Maria Sileoni (che a fine maggio aveva invitato alla conferenza del sindacato proprio Patuelli) .
“Accolgo con favore e apprezzamento il passaggio della relazione del presidente dell’Abi, che riconosce e certifica in maniera chiara e inequivocabile il ruolo svolto dalle organizzazioni sindacali del settore bancario nella ripresa del sistema creditizio italiano”, ha dichiarato Sileoni. Sottolineando che “ modernizzazione e la riorganizzazione del settore bancario – inevitabili e necessarie – devono avvenire con al centro i lavoratori. I processi di trasformazione, se condivisi e governati in modo concertato, producono risultati più solidi, più giusti e più duraturi. Lo dimostrano i numeri: quasi 90.000 uscite dal 2010 gestite senza traumi compensate da 45.000 assunzioni, con strumenti unici nel panorama europeo e con un modello di relazioni industriali che ha fatto scuola”, ha concluso Sileoni.
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