Bruxelles chiede all’Italia chiarimenti sull’impatto ambientale del ponte sullo stretto di Messina. Secondo quanto riportato dall’agenzia Bloomberg, l’Unione Europea avrebbe inviato questa settimana una lettera al governo italiano in cui richiede dettagli sull’impatto ambientale della costruzione del ponte sullo stretto.
Gli ambiti di interesse riguardano la fauna, qualità dell’acqua, inquinamento acustico e altri elementi. Anche se è improbabile che la Ue blocchi il progetto, sottolinea Bloomberg, la lettera potrebbe causare ritardi al cantiere.
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A maggio 2026 partiranno le opere compensative e nel marzo 2027 i lavori per la realizzazione dell’opera vera e propria. A indicare il cronoprogramma è stato l’amministratore delegato della società “Stretto di Messina” Pietro Ciucci nei giorni scorsi sottolineando che i primi lavori a partire – dopo la registrazione della delibera Cipess da parte della Corte dei Conti che renderà operativi tutti i contratti – saranno quelli delle opere chieste dai Comuni, quali la viabilità e, per Villa San Giovanni, il lungomare, e quegli interventi che, ha detto Ciucci, “permetteranno di minimizzare, fin dall’inizio, ogni impatto dei cantieri del ponte” quali le piste di cantiere, i campi base e tutti gli interventi per il loro funzionamento.
Previsti anche il monitoraggio ambientale ante opera e le indagini archeologiche e geognostiche. Nella fase uno rientrano anche i collegamenti stradali e ferroviari (gli imbocchi) mentre la fase 2, il cui inizio è previsto per settembre del prossimo anno, riguarderà la realizzazione di gallerie, svincoli e tre nuove stazioni ferroviarie.
La fase 3, infine, riguarderà l’opera di attraversamento dello Stretto vero e proprio con la realizzazione delle torri, i blocchi di ancoraggio, il sistema di sospensione, l’impalcato sospeso ed il Centro direzionale.
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