In attesa di sapere se Donald Trump confermerà le indiscrezioni su un accordo con dazi al 15%, i riflettori sono accesi su Pechino dove la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, è volata per il summit dedicato ai 50 anni delle relazioni diplomatiche tra Ue e Cina. Una missione più spigolosa rispetto a quella appena conclusa in Giappone, con l’Europa che punta a usare il linguaggio della forza da spendere come leva negoziale anche con Trump, nella spasmodica ricerca di “reciprocità” che la sovraccapacità e il dumping cinesi continuano a minare.
Accompagnata dal presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, von der Leyen ha incontrato il leader cinese Xi Jinping. Il messaggio di Xi è stato chiaro: le sfide attuali “che l’Ue affronta non provengono dalla Cina”, ha detto rimarcando la “necessità di gestire le differenze e gli attriti”. Xi, nel resoconto diffuso dall’agenzia statale Xinhua, ha aggiunto di sperare che “l’Ue mantenga aperti i suoi mercati su commercio e investimenti”, astenendosi dal ricorso a “strumenti economici e commerciali restrittivi”. Entrambe le parti “dovrebbero approfondire il partenariato green e digitale e promuovere investimenti e cooperazione reciproci”.
Poi il leader ha ribadito la posizione di Pechino sulla “autonomia strategica” di Bruxelles in base alla quale la Cina “ha sempre considerato l’Europa un polo importante in un mondo multipolare e ha costantemente sostenuto l’integrazione europea”, auspicando che “l’Ue rispetti il percorso e il sistema scelti dal popolo cinese”. Quanto al disaccoppiamento e alla rottura delle catene di fornitura, il risultato sarà solo quello di portare all’isolamento. “Ridurre la dipendenza non può ridurre la cooperazione” e le dipendenze “non sono una minaccia”, ha aggiunto Xi, secondo cui “la storia e la realtà hanno dimostrato che la dipendenza reciproca non è un rischio e che l’integrazione degli interessi non è una minaccia. Migliorare la competitività non può basarsi sulla costruzione di muri e barriere”. Le relazioni Cina-Ue “non sono mirate, dipendenti o soggette a terze parti”, ma “dovrebbero approfondire la comunicazione strategica, migliorare la comprensione e la fiducia reciproca e stabilire una corretta comprensione reciproca”.
Nei primi minuti di dichiarazioni pubbliche Von der Leyen ha sottolineato di ritenere “fondamentale che Cina ed Europa riconoscano le rispettive preoccupazioni e presentino soluzioni reali”. Anche Costa ha rimarcato la necessità “di progressi concreti sulle questioni relative al commercio e all’economia. Entrambi desideriamo che le nostre relazioni siano equilibrate e reciprocamente vantaggiose”. Poi ha assicurato che l’Unione europea rimane impegnata a compiere “progressi concreti nell’affrontare le preoccupazioni con rispetto, buona volontà e onestà e lavorando insieme per sostenere il multilateralismo”.
Il programma, condensato in una sola giornata rispetto alle due inizialmente ipotizzate, prevede il plenary meeting, il ‘leader meeting’, nonché una ‘business roundtable’ ospitata da ministero del Commercio cinese. Il premier Li Qiang co-presiederà il summit. Numerosi i temi in agenda: l’importanza di una relazione equa e bilanciata, a partire dal commercio; le sfide geopolitiche comprensive della guerra tra Ucraina e Russia, con Mosca strategicamente sempre più vicina a Pechino; la conferma delle validità del multilateralismo e di un ordine globale basato sulle regole; l’impegno contro i cambiamenti climatici, la biodiversità e la trasizione verde. In base a quanto si è appreso, solo quest’ultimo tema potrebbe essere al centro della dichiarazione congiunta attesa a fine vertice. In serata è prevista la conferenza stampa congiunta di Von der Leyen e Costa presso la rappresentanza diplomatica europea a Pechino.
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