Nel suo discorso sullo stato dell’Unione, Ursula von der Leyen ha rilanciato l’agenda economica e industriale, richiamando i rapporti Draghi e Letta: una roadmap per completare il mercato unico entro il 2028, un Fondo per le scale-up tecnologiche, un Battery Booster da 1,8 miliardi, una clausola “Made in Europe” negli appalti pubblici e un nuovo Industrial Accelerator Act.
Previsto anche il fondo per sostenere startup in AI, biotech e quantistica. “Vogliamo che le nostre imprese crescano in Europa, non altrove”, ha insistito. La presidente ha confermato la traiettoria del Green deal, rivendicando che oltre il 70% dell’elettricità europea è già a basse emissioni. Nessun ritorno indietro sulla transizione all’elettrico nel settore auto: quello e’ anche il futuro dell’auto europea se non si vuole essere colonizzati dalle auto cinesi. Ai produttori che giudicano irrealizzabile lo stop a benzina e diesel dal 2035 per le auto nuove, ricorda che è già avviato il lavoro per la verifica del regolamento e che sarà rispettata la neutralità tecnologica. Con ogni probabilità si creerà spazio per i modelli ibridi e i carburanti alternativi. Poi la proposta all’industria per una iniziativa non meglio precisata per produrre auto piccole europee a prezzi accessibili: “Una e-car, Economica, ecologica ed europea, costruita con catene di valore interne”.
Quanto ai dazi, difendendo l’accordo commerciale con il presidente americano, Donald Trump, von der Leyen ha rivendicato di aver strappato “il miglior accordo possibile che ha garantito stabilità e accesso al mercato per le nostre industrie”. Ha poi indicato come priorità la diversificazione delle relazioni commerciali, citando India, Mercosur e Messico.
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