Non solo grandi aziende del building e del cemento. Per il piano di rinascita di Gaza scende in campo, giocando d’anticipo, anche il re degli armatori Gianluigi Aponte che vanta una flotta senza eguali per il trasporto via mare. Protagonista assoluto nello scacchiere internazionale del trasporto via mare, l’armatore di origine campana da almeno un anno sta preparando la sua flotta affinché sia pronta quando avrà inizio la ricostruzione delle numerose città devastate dalla guerra e i trasporti dei materiali necessari richiederanno l’uso massiccio del trasporto via mare. Per questo il gruppo Msc che ha sede a Ginevra sta concentrando gli sforzi per acquisire il numero più alto possibile di navi feeder (mezzi più piccoli e anche di seconda mano) che possono arrivare là dove le grandi portacontainer non hanno accesso. Ribattezzati «i padroncini del mare», sono utili nel fare da ponte tra le grandi navi mercantili e i porti minori.
Una mossa utile per muoversi con flessibilità e ingrandire ulteriormente la flotta rapidamente, senza dover aspettare i tempi dei cantieri navali. E non è un caso che, secondo le ultime rilevazioni di Alphaliner, Msc sia a un passo dal diventare il primo operatore al mondo a oltrepassare la soglia dei 7 milioni di teu di capacità totale (misura standard internazionale: un teu corrisponde a un container lungo 6,1 metri). Le navi più piccole, essenziali per collegare i porti secondari, stanno facendo infatti la differenza: secondo Shipmag, Msc sta pianificando il rinnovo della sua flotta feeder con un potenziale maxi-ordine di 120 nuove costruzioni con capacità compresa tra 1.100 e 5.000 teu. L’obiettivo è sostituire il tonnellaggio più datato, la cui età media si attesta attorno a 22 anni, e ottimizzare la gestione delle rotte regionali e dei servizi di raccolta e distribuzione. Parallelamente, Msc ha continuato a essere l’acquirente più aggressivo sul mercato delle navi usate, rilevando decine di unità di varie dimensioni, incluse panamax e post panamax: a maggio si sono registrati contratti di acquisto per oltre 10 navi.
La ricostruzione è una faccia importante della medaglia, ma non la sola. L’altra faccia – emersa in occasione della Genova Shipping Week, la settimana internazionale dello shipping organizzata da Assagenti – riguarda le rotte e i traffici che si risvegliano. «Secondo i maggiori esperti mondiali di intelligence la grande operazione di ricostruzione dei Paesi devastati dalla guerra è in fase di decollo e il disco verde per una pacificazione, difficile ma comunque avviata della Striscia di Gaza, ha innescato quella che tutti considerano una reazione a catena che avrà come primo effetto uno sviluppo record dei traffici marittimi nell’area del Mediterraneo, riaffermando dopo decenni la centralità di questo mare e conferendo un ruolo strategico determinante ai porti italiani», ha detto il presidente Gianluca Croce, agente di Msc. Di più. Secondo gli esperti di settore, l’economia del mare vive un vero e proprio rinascimento dei commerci internazionali nel Mediterraneo. «Cemento – sottolinea Assagenti – materiali da costruzione, arredi specialistici per strutture sanitarie, approvvigionamenti alimentari, sono solo alcune delle caratteristiche merceologiche che per prime segneranno la ripresa dei traffici verso i Paesi del Medio Oriente che dovrebbero essere protagonisti di un vero e proprio effetto domino». D’altra parte, per la Banca Mondiale ci vogliono oltre 80 miliardi per ricostruire Gaza: quattro volte il Pil di Cisgiordania e Striscia di Gaza (prima della guerra) messi insieme. Secondo i principali centri di intelligence, la progressiva stabilizzazione dell’area di Gaza e l’avvio dei primi interventi di ricostruzione in Siria e nei Paesi limitrofi rimetteranno al centro gli scali del Mediterraneo Orientale: in particolare Grecia (Atene/Pireo, Mykonos, Santorini, Rodi), Turchia (Istanbul, Kusadasi, Smirne), Cipro (Limassol), Croazia (Dubrovnik, Spalato), Montenegro (Kotor), Albania (Durazzo, Valona), Egitto (Alessandria d’Egitto) e Malta (La Valletta).
Tutto ciò Aponte lo andava anticipando ai suoi interlocutori da almeno un anno. Del resto, con la sua Msc è perfettamente collocato sia sul fronte europeo sia su quello americano (grazie agli ottimi rapporti con l’amministrazione americana dopo il sostegno a Panama) per beneficiare del business che attiveranno i gruppi della ricostruzione a Gaza e che inevitabilmente dovrà passare dal mare. Ma Aponte ha fatto un’altra previsione: se è vero che davanti ai porti della Striscia si ammasseranno per mesi molte centinaia di grandi portacontainer (lo scarico di ciascuna nave richiede molti giorni), è probabile che il trasporto via mare in giro per il mondo incontrerà carenza di mezzi; e poichè la circolazione non si normalizzerà prima di anni, si può già intuire che i noli torneranno a volare alto come accadde al tempo del Covid.
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