Il mercato dell’auto in Europa frena bruscamente nel mese di giugno, chiudendo con un calo delle immatricolazioni del 5,1% nell’area dell’Europa Occidentale (Ue + Efta + Regno Unito), che si ferma a 1.243.732 nuove unità. Anche il bilancio del primo semestre dell’anno è negativo, con una flessione dello 0,9% rispetto allo stesso periodo del 2024. I dati emergono dall’analisi del Centro Studi Promotor, che evidenzia un andamento ancora più critico se si considera la sola Unione Europea: da gennaio a giugno le immatricolazioni sono calate dell’1,9%.
A compensare almeno parzialmente la contrazione continentale è il buon andamento del mercato britannico, dove le immatricolazioni sono cresciute del 3,5% nel semestre, contribuendo a rallentare la caduta del comparto.
Italia ancora giù
Tra i cinque maggiori mercati europei, solo Spagna e Regno Unito registrano performance positive a giugno, con rispettivamente un +15,2% e un +6,7%. Gli altri Paesi mostrano un calo marcato: la Francia segna un -6,7%, la Germania un pesantissimo -13,8%, mentre l’Italia crolla addirittura del 17,4%, risultando il fanalino di coda del continente.
Stellantis inchioda, bene Bmw
Nel quadro negativo complessivo, le principali case automobilistiche fanno peggio del mercato. Il gruppo Stellantis accusa una flessione del 12,3% nel mese di giugno e del 9,1% nel primo semestre. Non va meglio per il gruppo Volkswagen, che archivia giugno a -6,1%, ma riesce a chiudere il semestre con un lieve segno positivo (+2,3%). Fra i big, l’unica vera eccezione è Bmw, che registra a giugno una crescita del 8,2% e chiude il semestre con un saldo positivo del 3,9%.
Tesla in caduta libera
Tra le altre case europee, il Gruppo Renault, nonostante l’assenza dell’amministratore delegato Luca De Meo, riesce a contenere i danni: -0,6% a giugno, ma un solido +5,4% nel semestre, che consente al gruppo di superare il 10% di quota di mercato.
Tra le asiatiche, segno meno per Hyundai (-8,7%) e Toyota (-12,9%), mentre è profonda la crisi di Tesla, che nel primo semestre perde circa un terzo dei volumi in Europa. Il colosso statunitense passa dal 2,4% all’1,6% di quota di mercato. Battuta d’arresto anche per i cinesi di Saic Motor, che a giugno segnano un calo del 16,6%, pur mantenendo un trend positivo nel semestre: +18,8%, con una quota superiore al 2% del mercato.
Il dato più preoccupante arriva però dal confronto con i livelli pre-pandemia: il mercato europeo dell’auto registra un gap ancora aperto del 19,1% rispetto al 2019. “Una crisi – sottolinea Gian Primo Quagliano, direttore del Centro Studi Promotor – innescata dalle politiche europee che stanno penalizzando fortemente il settore, mentre la concorrenza asiatica, in particolare quella cinese, avanza senza ostacoli”.
L’elettrico va con gli incentivi
Dai dati diffusi dall’Acea, l’Associazione dei Costruttori Europei di Automobili, emerge che nel primo semestre di quest’anno la quota delle auto elettriche ha raggiunto il 17,5% “grazie a incentivi pubblici generosi, ma anche, in alcuni paesi come Regno Unito e Spagna, con un impegno diretto da parte delle case automobilistiche con stanziamenti generosi per concedere sconti di assoluto rilievo agli acquirenti di auto elettriche” evidenzia il Centro Studi. A generare il 60% delle immatricolazioni di bev sono Germania, Olanda e Belgio.
Crisi strutturale
Il quadro delineato dal Centro Studi Promotor è quello di una crisi non più congiunturale, ma strutturale. L’incertezza normativa, la transizione all’elettrico, la scarsità di incentivi efficaci e una politica industriale poco coerente stanno progressivamente indebolendo l’industria automobilistica europea, aprendo spazi di mercato ai produttori esteri, soprattutto asiatici.
© Riproduzione riservata