Non è solo il salvataggio dell’ex Ilva che rischia di finire male. Il 30 ottobre dell’anno scorso il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, aveva annunciato con un post sui social il trasferimento della ex Fiat di Termini Imerese, ex Blutec, al gruppo Pelligra Italia dell’imprenditore italo-australiano, Rosario – detto Ross – Pelligra. «Un giorno importante per la Sicilia e un segnale significativo per la politica industriale del Paese», aveva scritto Urso assicurando che Termini Imerese sarebbe tornata a essere un polo produttivo grazie a un investimento estero, con una soluzione per tutti i lavoratori, da tredici anni in cassa integrazione. «Nessuno è rimasto indietro. Impegni mantenuti», aveva rassicurato Urso.
Per ora solo promesse su Blutec
Sono passati più di sei mesi da quel preciso momento, eppure alla Blutec il rilancio e il progetto di reindustrializzazione non è ancora partito. Anche i percorsi formativi finanziati dalla Regione Sicilia, sostengono i sindacati, sono ancora fermi. Una situazione che desta forte preoccupazione tra i 350 lavoratori passati dal 1 novembre 2024 sotto le dipendenze della holding italiana di Pelligra.
Quest’ultima deve concretizzare gli impegni assunti che sono alla base della possibilità di avere ulteriori 12 mesi di Cigs (Cassa integrazione straordinaria) alla scadenza del primo anno, prevista per il 20 novembre prossimo. Intanto, però, la società con cui è stato vinto il bando, e a cui è stato affidato il futuro di Termini, ha cambiato il suo azionariato attraverso un aumento di capitale.
La Pelligra Australia Pty, la cassaforte della famiglia Pelligra, è rimasta solo con una quota del 10% e nel capitale sono entrati due nuovi soci locali: Nicolosi Trasporti, azienda siciliana di trasporti e logistica che ha interessi dal Nord Africa alla Bulgaria, con il 70,2% e la cooperativa Caec, Consorzio artigiano edile costruttori basato a Comiso, con il 19,7 per cento.
Come riporta il quotidiano La Sicilia, Nicolosi sarebbe interessata a sviluppare il polo logistico di Termini e in particolare l’interporto. Ross Pelligra è anche il presidente del Catania e Nicolosi guidò la cordata subentrata a Nino Pulvirenti nella guida della squadra di calcio. Resta da capire se la mossa dell’italo-australiano è il prodromo di un suo disimpegno dal rilancio dell’ex Blutec per la cui riconversione, va ricordato, è stato firmato anche un accordo di programma da 105 milioni che prevede 40 milioni dalla Regione Sicilia, 30 dal Mimit e 35 di Poc (piano operativo comunale).
Le voci dall’Australia su Pelligra
Dall’Australia assicurano che l’ingresso dei nuovi soci non cambia il piano industriale sull’area ma anzi lo rafforza. E aggiungono che i pesi azionari cambieranno di nuovo con un riequilibrio delle quote. Fatto sta che a Termini non è stato piantato neppure un chiodo di quello che dovrebbe diventare e al momento l’idea di renderla un hub delle pmi per il Sud Italia non è stata rispettata.
Se da una parte Ross Pelligra ha visto sfumare dopo diversi tira e molla l’acquisto della Pallacanestro Varese, al momento è impegnato su altri fronti in Australia, paese dove è proprietario del Perth Glory (squadra professionistica di calcio che ha acquisito nel 2023 per 1 dollaro, dopo che era finita in amministrazione controllata). Secondo quanto risulta avrebbe in previsione un investimento di circa un miliardo di dollari nello sviluppo di un complesso a uso misto con campi di allenamento e un mini stadio, che sarà finanziato da centri medici gestiti commercialmente, un hotel, uffici e alloggi residenziali in affitto nella capitale dell’Australia Occidentale.
© Riproduzione riservata