Le grandi coop non devono fare i conti solo con i dazi che complicano un comparto distributivo già alle prese con inflazione ed erosione del potere d’acquisto degli italiani. Dagli ultimi bilanci delle big del settore, infatti, si scopre che il prestito sociale, ovvero la raccolta di risparmio tra soci delle coop, tre anni fa valeva attorno ai 10 miliardi, oggi poco più di 7. Ha subito un calo sia nel numero di soci prestatori sia nei depositi medi.
Tecnicamente il prestito sociale costituisce una forma di finanziamento della società cooperativa che si concretizza nell’apporto, da parte dei soci persone fisiche, di capitale rimborsabile, solitamente a medio e a breve termine, a fronte del quale vengono corrisposti normalmente degli interessi. Si tratta di un deposito che i clienti utilizzano come borsellino della spesa ma anche come forma di impiego della liquidità. È quindi uno strumento che le coop utilizzano per raccogliere i risparmi dei soci e dar loro benefici. Ma questi sono anche a vantaggio di loro stesse, infatti gli interessi sugli investimenti che derivano dal prestito alimentano gli utili.
I numeri delle Coop
Prendiamo l’ultimo bilancio disponibile della bolognese Coop Alleanza 3.0, nata nel 2015 dalla fusione di Coop Estense, Coop Adriatica e Coop Consumatori Nordest, che ha dato vita alla maggiore cooperativa per consumatori d’Europa (che è anche azionista di Unipol): a fine 2023 il prestito sociale ha registrato un saldo complessivo della raccolta di euro 2,788 miliardi in calo del 9% rispetto ai 3,06 miliardi del 2022. I soci prestatori al 31 dicembre 2023 hanno raggiunto il numero di 405.679, in calo rispetto alla fine del 2022 di 5.735 unità (- 1,39%).
Il numero dei libretti attivi ha segnato a sua volta una flessione (5.766 in meno) portando il dato complessivo a 414.169 unità. Le aperture di libretto sono state 6.660 mentre le chiusure sono state 12.426, delle quali 3.598 per decesso del socio prestatore. Unicoop Tirreno contava 503.609 euro di prestiti sociali nel 2023 rispetto ai 571.876 del 2022, Coop Firenze 1,4 miliardi nel 2023 (in calo dagli 1,49 miliardi nel 2022). Ad avere i dati più aggiornati è Coop Liguria: al 31 dicembre 2024 la raccolta del prestito sociale ammonta a 532,202 milioni, in diminuzione rispetto ai 552,692 milioni del 2023 e ai 595,049 milioni del 2022.
Il tasso di interesse
Nel dettaglio, il tasso di interesse applicato al prestito sociale varia a seconda della cooperativa e del tipo di deposito (ordinario o vincolato). Coop Alleanza 3.0, ad esempio, ha confermato le sue politiche di remunerazione (0,30%) sul cosiddetto “prestito ordinario” (quello libero da vincoli temporali e spesso utilizzato dai soci per pagare la spesa) e ha affiancato una remunerazione garantita dalla sottoscrizione di piani di prestito vincolato.
L’offerta prevede un piano vincolato con tasso dell’1,75% per i depositi già presenti sul libretto, oppure un piano vincolato con tasso del 3% per versamenti e accrediti. Per favorire l’utilizzo del li[/TESTO-BASE]bretto, Alleanza 3.0 ha lanciato il cashback: pagando con la carta socio con addebito sul libretto di prestito sociale o con l’app Coop, i soci prestatori hanno un cashback tra l’1% ed il 5% sulla spesa mensile. Altri esempi: Coop Lombardia offre un deposito vincolato 12 mesi con tasso del 2% lordo e un deposito vincolato 24 mesi con tasso del 2,50% lordo.
In Toscana, Coop Firenze propone ai soci un deposito ordinario all’ 1,3% lordo e un deposito vincolato 18 mesi al 4% lordo. Il prestito da soci si distingue dal conferimento di capitale sociale (finanziamento di rischio) e dalle obbligazioni (accessibili anche a soggetti non soci e rimborsabili a medio-lungo termine). Bankitalia ha fissato nel 2016 che l’ammontare complessivo del prestito sociale non può superare il limite del triplo del patrimonio della società cooperativa. Ma non ha poteri di vigilanza.
Certo, ci sono i regolamenti interni dalle singole coop. Il problema però è che i fallimenti di grandi operatori hanno provocato per i soci sottoscrittori la perdita di svariate decine di milioni di euro. Per questo la legge di bilancio del 2018 aveva posto nuovi e più stringenti limiti al prestito sociale. Per esempio, la definizione di maggiori obblighi informativi al fine di assicurare la tutela dei soci, dei creditori e dei terzi. La stretta era prevista al comma 240 del suo primo articolo, demandandone l’attuazione a un provvedimento a opera del Comitato Interministeriale per il Credito e il Risparmio.
La delibera del Cicr richiesta al fine di definire i limiti alla raccolta del prestito sociale e le relative forme di garanzia doveva uscire entro il 30 giugno 2018, ma non ha ancora visto la luce. A cosa si possono paragonare, quindi, i “libretti” coop? Ai depositi bancari, ma le banche offrono un grado di solidità maggiore rispetto a una seppur solida società. Inoltre, esistono strumenti di garanzia diretta (il Fondo Interbancario) e indiretta (le norme specifiche e la vigilanza della Banca d’Italia) che rendono i depositi bancari più sicuri. Per non parlare dei libretti postali, che vedono la diretta garanzia dello Stato senza limite di importo.
Quanto vale tutto il settore delle Coop
Il settore cooperativo (delle tre associazioni LegaCoop, Confcoop e Agci) fattura 130 miliardi di euro. Al primo posto c’è il comparto agricolo seguito da quello della produzione-lavoro, consumo e sociale. Per Coop e le cooperative associate il 2023 si è chiuso con un giro d’affari complessivo che raggiunge i 16,4 miliardi, il 2% in più rispetto all’anno precedente, con oltre 14,8 miliardi quello sviluppato dalla parte retail in crescita rispetto all’anno precedente di un +2,9%.
Il dato della base sociale vede 6,2 milioni i soci con una prevalenza di donne (58,1%). La quota di mercato si attesta all’11,4% del totale della grande distribuzione, in leggera riduzione -0,3% rispetto all’anno precedente e confermando Coop al secondo posto tra le insegne della Gdo.
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