Quali le differenze tra Roma e Milano? Nelle aule del Tribunale di Roma nel 2024 sono stati definiti 324.443 procedimenti, in quello di Milano 139.235. In altre parole, Tribunale e Corte d’Appello della capitale macinano più del doppio dei fascicoli lavorati sotto la Madonnina. Ci sono però altre differenze. Non tanto sul versante delle spese, ma piuttosto su quello dei ricavi. Per esempio, Roma impegna per le spese di giustizia – dalle perizie al gratuito patrocinio – circa 69 milioni, Milano si ferma a 26 milioni. Alla fine, un procedimento costa in media 214 euro a Roma, 204 euro a Milano. Sfumature. Anche per il funzionamento del Palazzo, Roma stacca un assegno di 31 milioni, Milano di 16 milioni: fatte le dovute proporzioni, sono cifre ragionevoli. È sul fronte dei ricavi che qualcosa non quadra, o meglio è qui che la capitale dovrebbe impegnarsi per recuperare risorse che oggi si disperdono.
A Milano gli ultimi dati, elaborati in questi giorni dalla Corte d’Appello, aggiornano quelli pubblicati da Moneta la scorsa settimana. Se si conteggiano le confische degli immobili, disposte dalla sezione misure di prevenzione, si scopre che sul piatto ci sono 50 milioni. E dunque, se consideriamo anche questa risorsa, la giustizia milanese vanta ricavi per circa 172 milioni e spese per 168 milioni. Dunque, abbiamo un piccolo attivo.
Non si conosce l’entità delle equivalenti confische effettuate a Roma. Ma intuiamo che tutte le voci relative agli incassi sono basse o comunque non corrispondenti a quelle di Milano. Le confische su libretti e conti invece valgono a Roma 20 milioni, mentre a Milano i valori sono leggermente più corposi: 22 milioni.
Il valore che più sorprende è però un altro: a Milano si recuperano per l’imposta di registro 57 milioni, a Roma solo 27 milioni. La metà. L’azione di Equitalia Giustizia produce invece risultati analoghi. A Milano si tratta di 10,9 milioni, a Roma di 13 milioni. In sostanza, Roma ha dimensioni assai maggiori rispetto a Milano , ma vanta introiti inferiori. In sintesi: Roma costa 214 milioni e ne incamera 108. Il rosso c’è tutto, anche se sarebbe mitigato dai dati completi sulle confische. L’impressione è che l’efficienza segua il criterio geografico. Più alta al Nord, scende mano a mano che si scende lungo la penisola.
Senza contare le ricadute, a cascata, del cosiddetto Rito Ambrosiano, introdotto dall’ex procuratore della repubblica Francesco Greco e proseguito dal successore Marcello Viola, con l’aiuto dell’Agenzia delle entrate e della Guardia di finanza . Il bottino, formidabile, è di oltre 5 miliardi consegnati al fisco, in tempi brevissimi.
Questo è il contributo indiretto offerto dall’azione dei pm alle casse dell’erario. Restano quelle voci, più e meno, che mettono in evidenza le differenze fra un sistema e l’altro. Con punte di eccellenza e criticità da una città all’altra. Occorrerà lavorare per elevare ovunque gli standard.
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