Gorgio Armani aveva già pensato a tutto. A quel «trasferimento graduale» delle responsabilità ai suoi collaboratori più stretti e alla sua famiglia, per la successione al vertice dell’azienda da lui fondata nel 1975. Una transizione naturale, non traumatica. Al Financial Times di recente aveva spiegato che dal punto di vista operativo il timone sarebbe passato a «Leo Dell’Orco (72 anni, suo braccio destro, già responsabile del menswear, e compagno di vita, ndr), i membri della mia famiglia e l’intero team di lavoro». Anche nell’autobiografia “Per Amore” Armani ha fatto sapere che la nipote Silvana e Leo Dell’Orco sono i suoi eredi stilistici. Ma l’impero della moda da lui creato e il patrimonio personale a chi finirà considerando che non ha lasciato eredi diretti?
Sono tre le regine di cuori, ora anche di denari, di Re Giorgio: la sorella Rosanna (86 anni), che negli anni giovanili è stata quasi un alter ego per l’immagine del brand soprattutto per Emporio Armani, e le adorate nipoti Silvana (69) e Roberta (54), figlie del fratello Sergio scomparso anni fa che gli si sono avvicinate ancora di più alla morte del padre. Silvana, ex modella sempre felice di stare nell’ombra al contrario della sorella Roberta si è sempre occupata di comunicazione e dei rapporti con le molte star vestite dalla maison e che quindi, occupandosi dei personaggi, si è sempre trovata in prima linea. Per più di quarant’anni sempre insieme, ogni giorno. Vacanze a parte. Lavorando gomito a gomito, tra prove di stile e riunioni.
«Generoso di insegnamenti, ma non negli atteggiamenti. Non ti dice mai brava, ma lo comprendi dallo sguardo. Una volta che lo hai capito ti basta. Una sua pacca sulla spalla ti fa saltare di gioia. Il fatto è che ogni giorno, con lui imparo qualcosa, sul lavoro e nella vita. Perché quando finisce il signor Armani, comincia lo zio. In ufficio c’è il primo, a casa il secondo. Io adoro entrambi», ha raccontato qualche anno fa Silvana in un’intervista al Corriere della Sera. E poi c’è il figlio della sorella Rosanna, Andrea Camerana (55 anni, è sposato con Alessia Aquilani, cantante dance di grande successo negli anni Novanta con il nome di Alexia). Tutti erano già in cda. Silvana, Roberta e il cugino Andrea hanno una chat che si chiama “I Gini” nella quale si confrontano su tutto.
La prima volta che Armani ha parlato pubblicamente della sua successione è nel 2012, durante un evento organizzato a Pechino. Lo stilista in quell’occasione aveva rivelato quanto la famiglia fosse centrale nella sua vita, scherzando sui suoi tre nipoti, lasciando già intuire il desiderio di affidare ai suoi affetti più cari il futuro del marchio che porta il suo nome. Nel 2016 lo stilista aveva poi istituito una fondazione dedicata a garantire nel tempo un governo societario coerente con i principi che hanno sempre guidato la sua carriera di designer e di imprenditore. Poi, nel 2023, alla soglia dei 90 anni, aveva stipulato presso un notaio le istruzioni precise per il “dopo”. Nell’aprile del 2024 in un’intervista a Bloomberg aveva detto: «L’indipendenza dai grandi gruppi potrebbe ancora essere un valore fondamentale per Armani in futuro, ma non mi sento di escludere nulla. Quello che ha sempre caratterizzato il successo del mio lavoro è la capacità di adattarsi ai tempi che cambiano». Per quanto riguarda la successione, aveva aggiunto, «credo che la soluzione migliore sarebbe un gruppo di persone fidate a me vicine e scelte da me». La Fondazione «deciderà e governerà il futuro del gruppo perché le persone a me vicine sono alla guida», aveva rimarcato, chiarendo di non prevedere che una sola persona avrebbe preso il suo posto a capo dell’azienda: «Ho cominciato da solo con una piccola società e l’ho trasformata, pezzo per pezzo, in un gruppo di rilevanza internazionale. Ma la moderna industria della moda è molto diversa rispetto a quando ho iniziato, quindi immagino diverse funzioni coordinate per chi verrà dopo di me».
Lo statuto, necessario di fronte a una pluralità di figure alla guida, sarà formalmente adottato all’apertura della successione: a lui fa capo il 99,9% del gruppo mentre lo 0,1% è intestato alla Fondazione Giorgio Armani. Gli eredi dovrebbero dunque includere i familiari, Leo Dell’Orco e la Fondazione Armani e dovrebbero essere previste sei categorie di azioni per ridurre i margini di disaccordo tra gli eredi. Con una transizione naturale, in famiglia. Armani ha rivoluzionato l’ordinario rendendolo straordinario. Anche nella sua successione.
© Riproduzione riservata